
Originally Posted by
nexo
L'incipit era tutto rivolto a bagnai, il quale fa una comparsata, in cui ovviamente non c'è controparte abilitata alla risposta (guardacaso) e sparisce.
Non sono bocconiano ma se vuoi ti rispondo. Cosa vuoi confutare? le asimmetrie macro esistono da una vita e nessuno le nega, tant'è che proprio dagli anni '30, si è sempre cercato di vincolare più monete ad un'altra più forte così da evitare il traslarsi delle convenienze economiche (vedasi in primis il prezzo del grano tra francia e germania per dirne una); tutto questo anche in virtù del fatto che le asimmetrie oltre che economiche, si sono sempre manifestate anche in materia lavorativa, come esattamente accade oggi.. Ogni accordo negli anni passati ha avuto le sue motivazioni, tra cui il più celebre è stato Bretton Woods, con l'ancoraggio al dollaro per evitare sempre le solite cause.. che poi Nixon abbia voluto abbandonare la parità aurea (insostenibile col cambio a 35 dollari) causa finanziamento bellico e necessità interne, facendo cadere il tutto, motiva ancora le discrepanze tra chi cerca l'ancoraggio ad una moneta comune con i suoi vantaggi, a i contro, dovuti alla non omogene conformazione economica delle macro regioni aderenti. Lo stesso si è verificato in europa.. non è tanto l'euro il problema quanto il come lo si è fatto, passando dai 15 le cui economie tutto sommato potevano convivere, ad aver incluso (con arroganza) altri paesi disomogenei e con palesi difformità, tanto dal creare ancora le asimmetrie di cui sopra.
La leva del cambio non si può usare e l'esempio è quello che è successo in Grecia, dove, pariteticamente a quello che si ottiene con una svalutazione (aumento inflazione con taglio potere d'acquisto) si è ottenuto il medesimo effetto con il dimezzamento dei salari. La teoria salari prezzi, produzione pil e quant'altro fanno reagire le curve prezzi-salari produzione-consumo e le relative curve allegate... divien ancora più ovvio l'import cali, essendo diminuiti sia domanda che consumo interno, a favore di un expot favorevole a costi salariali inferiori. Tutte queste cose, ancora una volta, sono banalità conosciute e straconosciute, infatti di pari passo con politiche fiscali dovrebbero esserci politiche di stimolo all'economia.
La deindustrializzazione la si deve alle asimmetrie e queste alle errate politiche interne all'area euro che le han provocate, ma non all'euro; dato come tante altre cose, ha i suoi pro ed i suoi contro.. Poi se vogliamo convenire che l'economia è una scienza sociale e tanto è prevedibile dai modelli quanto non lo è, essendoci la componente umana, viene buona l'opinione di chiunque, soprattutto di chi deve vendere librini.