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Thread: Governo renzi

  1. #61
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    questi i 5 punti su cui dovrebbe fondarsi il JobAct, che esploda la Camusso con tutti i filistei

    <<Giù l'Irpef con l'aumento delle detrazioni.

    Il piano Renzi punta a rendere più pesanti le buste paga dei dipendenti. Soprattutto per i redditi fino
    a 15mila euro. L'idea che verrà presentata in Consiglio dei ministri non passa per il taglio nominale dell'aliquota, ma per l'aumento delle detrazioni fisse: un'operazione che porterebbe l'aliquota marginale a scendere dal 30 al 23%. La proposta prevede di mantenere a 8mila euro la soglia sotto la quale non si pagano le tasse (le detrazioni spettanti infatti azzerano il debito d'imposta) e istituire una detrazione fissa (indipendente dal reddito) di 1.840 euro per redditi imponibili compresi tra 8 e 15mila euro. Oltre questa soglia, le detrazioni si ridurrebbero linearmente, fino a essere pari a zero per i redditi oltre i 55mila euro. Il costo stimato per le casse dello Stato è di circa 5-7 miliardi con un risparmio fiscale per un lavoratore dipendente con un reddito imponibile di 15mila euro di circa 450 euro annui. L'operazione sarebbe limitata ai soli dipendenti attivi con l'esclusione dei pensionati e avrebbe l'obiettivo di incentivare la partecipazione alla forza lavoro e far emergere il sommerso. Per gli autonomi, invece, sarebbe più opportuno agire sull'Irap. Con 10 miliardi a dispozione le detrazioni potrebbero essere ancora più corpose con risparmi fino a 800 euro l'anno per redditi di 15 mila euro.

    Cambiano cassa integrazione e ammortizzatori sociali.

    E' il cuore della riforma promessa da Renzi anche perché è quella che meno rischia di essere rivista dopo il richiamo della Ue. Secondo l'ideatore del Piano, Stefano Sacchi, le modifiche sarebbero a costo zero perché gli ammortizzatori sociali verrebbero finanziati dalla progressiva scomparsa della cassa integrazione in deroga. Si tratta della Naspi: un sussidio di disoccupazione universale per tutti coloro che perdono il lavoro, compresi i circa 400mila collaboratori a progetto che oggi non hanno alcun sostegno. Il sussidio spetterà a tutti coloro che perdono il posto e hanno lavorato almeno tre mesi. La Naspi durerà la metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni per un massimo di due anni; al massimo sei mesi, invece, per gli atipici (nella presunzione che oltre l'anno di lavoro si configuri un contratto di lavoro subordinato e non una semplice collaborazione). L'entità del sussidio sarà per tutti nell'ordine dei 1.100-1.200 euro mensili all'inizio del periodo di copertura per poi calare fino a 700 euro.

    Con il livello di disoccupazione attuale, però, è possibile che neppure due anni bastino a trovare lavoro. L'idea è quindi quella di aggiungere un assegno di disoccupazione a tutela di chi esaurisce la Naspi: un sussidio che dovrebbe essere garantito solo a chi si trova in condizioni di effettivo bisogno sulla base dell'Isee. Le risorse andrebbero reperite nella razionalizzazione della Cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mentre la Cassa in deroga verrebbe progressivamente assorbita nel Naspi. Le resistenze più forti al progetto arrivano dalle parti sociali ancorate su un'impostazione lavorista del sussidio, anche quando c'è il rischio di tenere in piedi rapporti di lavoro destinati a morire. Impossibile che nel piano per il lavoro venga inserito il Reddito di inclusione sociale attiva (Reis): il sostegno per le famiglie povere costerebbe 7 miliardi di euro l'anno. Possibile, invece, che si pensi di partire con il sostegno a 400mila famiglie con una spesa di circa 1,5 miliardi di euro l'anno. Gli economisti che hanno lavorato al piano suggeriscono, però, al premier di mettere in agenda un percorso per arrivare al Reis entro la fine della legislatura.

    Contratto unico di lavoro.

    Un'altra riforma a costo zero è la riduzione della giungla dei contratti di lavoro: oggi ne esistono almeno 40. L'idea è di arrivare al contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Senza quindi le tutele previste dall'articolo 18 per almeno i primi tre anni: si rinuncia così ai ricorsi giudiziali in caso di licenziamento - a meno che non si tratti di discriminazione o mobbing - anche perché il lavoratore avrebbe immediatamente accesso al Naspi. Si pensa anche a un risarcimento proporzionale al progredire del contratto. Sul tavolo anche il contratto a tempo determinato che sarebbe però limitato ad alcuni settori, come i lavoratori stagionali, mentre è più difficile che si arrivi al salario minimo legale: ci sono da superare le resistenze dei sindacati che temono la fine dei contratti nazionali. Tra l'altro Renzi sta già incontrando le resistenze dei sindacati sul fronte della riforma della Cassa integrazione: la rinuncia - momentanea - al salario minimo potrebbe quindi diventare merce di scambio per avere il via libera alla Naspi in cambio della cassa in deroga. Di certo il governo proverà a superare tutti i difetti della riforma Fornero togliendo le scuse alle aziende che ancora non assumono.

    Agenzia unica e garanzia giovani.

    Nel Jobs Act è previsto un nuovo codice del lavoro e l'Agenzia unica federale che servirà a sviluppare la "Garanzia per i Giovani" chiesta dalla Ue che ha invitato tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani con meno di 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall'uscita dal sistema di istruzione formale o dall'inizio della disoccupazione. In generale l'obiettivo è quello di offrire una risposta ai ragazzi e alle ragazze che ogni anno si affacciano al mondo del lavoro dopo la conclusione degli studi. Considerato lo specifico contesto italiano tale iniziativa prevede, inoltre, anche azioni mirate ai giovani disoccupati e scoraggiati, che hanno necessità di ricevere un'adeguata attenzione da parte delle strutture preposte alle politiche attive del lavoro.

    Le coperture alla spesa.

    Complessivamente per portare avanti le riforme del Jobs Act servirebbero una decina di miliardi di euro l'anno in attesa di completare la razionalizzazione dell'istituto della Cassa integrazione. Il piano di tagli partirà per forza dal dossier Cottarelli che giace al ministero dell'Economia. I più ottimisti parlano di un taglio della spesa pubblica di 10 miliardi di euro l'anno, più realisticamente il governo Letta aveva indicato nel documento Impegno Italia risparmi per 13 miliardi in due anni. A questi si possono aggiungere 1,5 miliardi stimati dal rientro di capitali e 3-5 miliardi di proventi in arrivo dal risparmio interessi sul debito pubblico con il calo dello spread, ormai stabilmente sotto quota 180 punti. Numeri che ancora non sono conteggiati nella Legge di Stabilità 2014 e che - nonostante i richiami della Ue - potrebbero dare ossigeno alla casse dello Stato. A questo si aggiunge la speranza di una crescita un po' più robusta delle attese con una riduzione del deficit intorno al 2,7% del Pil che si tradurrebbe in altri 5 miliardi di euro. Tutti i risparmi in più verrebbero impiegati per il reddito di sostegno alle famiglie e per aumentare le detrazioni fiscali.>>


  2. #62
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    e dai torniamo ad indebitarci di nuovo tanto lo siamo gia poco

  3. #63
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    MMMMM poco convinto...
    LA VERITA' E' LA FUORI! MA ANCHE NO...
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  4. #64
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    mi sembra che sia meglio di qualsiasi cosa mai proposta finora. Bisogna vedere se è sufficiente.

  5. #65
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    E' praticamente la base di quanto affermo da anni... vediamo se lo fa davvero, che sarebbe finalmente un passo nella giusta direzione.

  6. #66
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    Quote Originally Posted by Estrema View Post
    e dai torniamo ad indebitarci di nuovo tanto lo siamo gia poco
    Si ma non ho capito per quanto dobbiamo pagare noi sto debito?
    L'altra sera dalla Gruber c'era Saccomanni, e sue testuali parole in questo anno sono stati per di più attenti a non sgarare con l'europa, non assumendosi quindi alcun rischio.
    Con sto modo di fare ci muoriamo


  7. #67
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    vedo già un gran saltare sul carro del vincitore

  8. #68
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    Quote Originally Posted by Warbarbie View Post
    Si ma non ho capito per quanto dobbiamo pagare noi sto debito?
    L'altra sera dalla Gruber c'era Saccomanni, e sue testuali parole in questo anno sono stati per di più attenti a non sgarare con l'europa, non assumendosi quindi alcun rischio.
    Con sto modo di fare ci muoriamo
    il debito è eterno di fatto il problema sta solo che più debito hai più soldi devi tenere fermi che non puoi utilizzare per altro perchè devono coprire una parte del debito, per rientrare appunto in parametri europei, che in stati dove non si possono fare le politiche monetarie( ovviamente non è la svalutazione che ci salva ma vabbè è na'altro discorso) signfica togliere risorse da altre parti per metterli a pagamento parziale del debito, in pratica se oggi faccio un forte debito pirma o poi arrivera il momento in cui devo in parte risanarlo, un po quello che è sucesso con i primi governi del 2000 quando abbiam risanato il debito fatto negli anni 80 ecc ecc, si l'idee son anche buone il problema so i soldi e la scommessa di una rapida ripresa

  9. #69
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    intanto ci vendiamo le auto blu su ebay
    Actually:
    DAoC: off, forever...
    ReaLife: on? oh really?
    Work: slave...

    Puppatemelo aoe

  10. #70
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    e secondo loro così le aziende passano da cococo a contratto effettivo? Si si, c'abbiamo creduto

    Nella mia azienda ci sono, solo nella sede dove sto io, circa 350 cococo. Contratto che, ricordo, prevede un'aliquota del 9.57% (9.4 l'anno scorso, gg aumento di quasi 0.2 dal nulla) fino ai 6mila euro. Se mediamente vedono che entro l'anno superi i 7mila cominciano a riprendersi tutta l'irpef non versata, TUTTA INSIEME. Per 2/3 mesi stipendi decurtati del 50% o anche oltre. Gente che lavora semi full time 120ore al mese che si vede in busta paga 200€ o meno. Niente malattia, niente ferie, niente tfr.

    Sono tanto curioso di vedere cosa succede ora. Io penso non cambierà un cazzo al solito, ma felice di essere smentito.

  11. #71
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    Quote Originally Posted by Drako View Post
    e secondo loro così le aziende passano da cococo a contratto effettivo? Si si, c'abbiamo creduto
    Se riduci i contratti disponibili ad UNO, e' difficile che usino altro.

  12. #72
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    L'idea è di arrivare al contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti
    non esiste che alcune tipologie aziende assumano a contratto indeterminato tutte quelle persone. A meno di forti sgravi fiscali sul costo del lavoro che vedo irrealizzabili. Non sono convinto che qui cococo e contratti di lavoro siano considerati insieme, visto che nel sussidio ne parla separatamente. Voglio proprio vedere. Il mio contratto a dicembre scade. Quindi avrò modo di provare, forse, queste riforme post genio fornero.

  13. #73
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    Quote Originally Posted by Drako View Post
    non esiste che alcune tipologie aziende assumano a contratto indeterminato tutte quelle persone. A meno di forti sgravi fiscali sul costo del lavoro che vedo irrealizzabili. Non sono convinto che qui cococo e contratti di lavoro siano considerati insieme, visto che nel sussidio ne parla separatamente. Voglio proprio vedere. Il mio contratto a dicembre scade. Quindi avrò modo di provare, forse, queste riforme post genio fornero.
    Puoi sempre ridurre i contratti ad uno ed aggiungere parametri, un contratto a tempo determinato puo' sfruttare lo stesso identico tipo di contratto con la sola differenza di avere una terminazione programmata; stessa roba con un lavoro a cottimo, basta usare lo stesso identico tipo di contratto con la specifica che non vi e' una quantita' minima di ore richieste.

    Questo pero' di porterebbe ad avere di base un solo contratto con le stesse identiche aliquote e benefici, tutti difesi dagli stessi diritti, con oltretutto il vantaggio che avendo un unico contratto quando vuoi fare delle modifiche non devi farle a 40 contratti diversi.

  14. #74
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    sarebbe ottimo, rimane il problema di quanto costi all'azienda rispetto al cococo di ora che gli costa poco o nulla. se gli triplichi i costi saltano tanti posti e quelli che rimangono vengono oberati di lavoro. Tocca vedere come si evolve il tutto. Mi piacerebbe avere un contratto con tutti i diritti naturali di un lavoratore, anche se io penso ne vedrò poco di tutto questo visto che sono a qualche mese dalla fine. Ma magari potrebbe fare in modo che all'azienda convenga prolungare il contratto a qualcuno con esperienza. Chi lo sa, per ora ha sempre vinto l'opinione pessimistica.

  15. #75
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    Basta lavorare sulle aliquote e risolvi il problema. Oltretutto unificare i contratti risolverebbe la stortura che c'e' adesso dove categorie diverse pagano aliquote diverse.

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