PIÙ CHIAMATE SALVINI “FASCISTA” E PIÙ FATE IL SUO GIOCO (VA ATTACCATO IN BEN ALTRO MODO)
Ogni giorno c’è una gara a chi è più schifato di fronte alle sboronate di Salvini. Una sorta di “Olimpiade delle doglianze di sinistra”, tra post affranti e tweet sgomenti. Reazioni lecite, per carità, ma questo gridare ogni istante al “fascismo” non è solo ridicolo: fa pure il gioco di Salvini. Più lo trattate da nuovo Goebbels e più lui sale, anche perché se ad attaccarlo sono le Boldrini e i Raimo vien quasi voglia di difenderlo. Invece di lagnarsi ogni volta che propone problemi reali, per esempio la gestione dei migranti, le ong e l’Europa che ci tratta come Renzi trattava Orfini, sarebbe il caso di attaccare Salvini (solo) quando merita. Se lo si fa a prescindere, o si è amici stretti di Mario Calabresi o non si è capito nulla del presente. Che è poi la stessa cosa. Salvini va criticato per ben altro.
- Aldrovandi e Regeni. Essere solidali con le forze dell’ordine è cosa nobile. Solidarizzare con chi è stato condannato per la morte di Aldrovandi è invece irricevibile. Salvini lo ha fatto da leader della Lega, ma il suo atteggiamento non pare cambiato ora che è al Viminale. Dovrebbe mettere al centro della sua agenda i troppi casi Cucchi (su cui ha detto in passato cose raggelanti), Uva, Bianzino, Magherini. Invece, anche su Giulio Regeni, minimizza. Salvini se la tira molto, ma se poi si comporta da Giovanardi pingue va criticato senza sosta.
- Tortura e retorica. Dire che “le torture e le violazioni dei diritti civili a Tripoli” sono “pura retorica” è un’affermazione vomitevole. Che va sottolineata e sbugiardata.
- Bullo. Salvini non fa paura (de che?). Casomai a volte fa ridere. Salvini è conscio di essere un bullo e ci gioca. Attaccarlo con i toni salottieri alla Augias è inutile e palloso: non serve a niente, anzi lo rafforza. Vanno usate le sue stesse armi. Occorre adattarsi al suo linguaggio e usarlo (quando merita) contro di lui. Esempio: Salvini twitta da mane a sera. E spesso twitta cazzate. Ecco: è lì che va sfottuto. Per il lessico (“amici”, “lo dico da padre”, “bacioni”). Per la pettinatura da Palla di Lardo in Full Metal Jacket. Per i video in cui biascica le parole e sembra sbronzo. Per le inquadrature Facebook che lo fanno sembrare il figlio indesiderato di Shrek e Jabba The Hutt. Lo so, è un po’ scorretto, ma la politica di oggi è anche questo: cazzeggio e dileggio. Infatti è una politica quasi sempre deprecabile. Salvini è furbo e mediamente autoironico: non ha la permalosite rabbiosa di Renzi e starà al gioco, ma prima o poi accuserà il colpo. Fidatevi.
- Condono. A larga parte del suo elettorato, che era poi spesso un elettorato di sinistra, non frega nulla se Salvini sia razzista o fascista. Per loro sono pippe mentali. Immani pippe mentali. Salvini va colpito per ben altro. Per esempio quando dice che, fosse per lui, chiuderebbe le cartelle di Equitalia sotto le 100mila euro. Idea oscena, perché in questo modo i poveri diavoli che si sono svenati per mettere a posto la loro situazione passerebbero per coglioni. E’ qui che Salvini può perdere consenso. Mica sulle Aquarius o sulla legittima difesa.
- Evasione fiscale. Quando Salvini dice che non dovrebbe esserci limite per l’uso del contante, non fa solo una dichiarazione che non gli compete (come sui vaccini). Fa un regalo, deliberato o no, agli evasori. A una parte del suo elettorato la cosa piace. Ma a un’altra no.
- Insulti. Salvini suole esporre al pubblico ludibrio i “nemici”. Anni fa lo fece anche con me, postando un mio status sulla sua pagina Facebook. Per giorni mi arrivarono insulti e minacce. Dopo una puntata di Otto e mezzo mi disse che non lo avrebbe rifatto, ma poi si è ripetuto con tanti altri. Con Roberto Saviano (un abbraccio). Con Furio Colombo (un abbraccio). Spesso Salvini perde la misura. Bene (cioè male): se lui colpisce sotto la cintura, voi colpite sotto la cintura. Poche seghe: se lui lancia granate, è inutile che rispondiate come se foste a una partita di burraco.
- Soldi e due forni. Due domande, caro Matteo. 1) Che fine han fatto quei famosi 48 milioni? 2) Da grande starai coi 5 Stelle o quel che resta di Silvio? Su questo non gli va dato tregua. Mai.
- Avvertenza finale. Salvini è furbo, intelligente e in privato per nulla antipatico. Se lo sottovalutate, gli fate un regalo ulteriore. Se lo tratteggiate da novello Mengele, vi coprite di ridicolo e fate ancora il suo gioco. Sa parlare, sa argomentare e si adatta al contesto. Dalla Gruber fa l’istituzionale, da Del Debbio ci mancava solo che intonasse l’Aida ruttando. Accettatelo: Matteo Salvini è un bravo politico (che non vuol certo dire che sia condivisibile). Quando c’era Renzi, il livello era rasoterra. Proprio come lui. Anche i dibattiti erano una frattura instancabile di zebedei, perché era come parlare da soli. Sono stati tempi tremendi. Salvini sarà invece per la sinistra un ottimo avversario e per l’informazione un valido stimolo per essere davvero cani da guardia della democrazia. Sfidarlo, spesso duramente, sarà persino “divertente”. A patto, però, che la sinistra e l’informazione vadano oltre la sterile lagna attuale. E la smettano di regalargli ogni giorno vagonate di voti.