In fuga dal fisco spagnolo, che gli dà la caccia da anni reclamando una ventina di milioni di tasse non pagate sui diritti d’immagine relative al periodo 2011-2014, Cristiano Ronaldo è pronto a trovare in Italia il paradiso tributario perduto a Madrid, dove le leggi dello Stato, a lungo benevole con i contribuenti danarosi, si sono fatte piuttosto ostili per i super ricchi. Il magnifico CR7 si prepara infatti ad acchiappare al volo la norma introdotta dalla legge di Stabilità nel 2017 dal governo italiano e tagliata su misura per attirare nel Belpaese Paperoni planetari in cerca di imposte a prezzi stracciati. La norma in questione è una “Flat tax”, niente a che vedere con quella che il governo Conte sogna di introdurre per riformare il sistema fiscale italiano, ma una imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero. In sostanza, un meccanismo messo a punto per cercare di dirottare sul nostro Paese professionisti, imprenditori e vip di varia estrazione. E per fare in modo che, una volta piantati i piedi sul nostro suolo, queste persone comincino ad investire, acquistare, far girare denaro. In una parola, far crescere ricchezza.
L’AGEVOLAZIONE
«La norma introdotta dalla Legge di stabilità 2017 prevede la possibilità, per chi prende la residenza in Italia, di optare per il regime sostitutivo e di pagare ogni anno una imposta di 100 mila euro sui redditi esteri, indipendentemente dal Paese in cui questi redditi sono prodotti o se provengano da società estere interposte». A sintetizzare la norma è Sergio Sirabella, Counsel di Legalitax, il quale spiega che coloro che non hanno avuto la residenza in Italia per un periodo pari ad almeno 9 delle ultime 10 annualità possono usufruire di questa agevolazione, a prescindere dai redditi prodotti all’estero. Dunque, venendo al caso di Cristiano Ronaldo, l’eventuale compenso juventino della probabile ex stella del Real Madrid sarebbe sottoposto alla ritenuta Irpef più alta (quasi la metà rispetto alla cifra lorda indicata sul contratto) ma sui contratti di sponsorizzazione, i capital gain, le proprietà immobiliari e quant’altro, maturati fuori dai nostri confini, il capitano del Portogallo verserebbe sempre e comunque solo quei 100 mila euro fissi annuali. «E’ probabile – dice Sirabella – che questa legge, potenzialmente, possa attirare altre stelle del calcio mondiale verso il nostro campionato perché l’Italia è tra i pochi Paesi europei che ha un regime fiscale così favorevole per professionisti di questo calibro». «E ciascun familiare della persona che usufruisce di tale regime – prosegue l’esperto – ha la possibilità di poter accedere, anch’egli, al regime sostitutivo pagando una quota di 25 mila euro». Per cui Ronaldo può progettare di metter su famiglia in Italia pagando una inezia, per il portafoglio smisurato del campione.
LE ULTERIORI MOSSE
Afferma, inoltre, il tributarista, «trattandosi di una scelta facoltativa del contribuente, l’opzione al regime sostitutivo è liberamente revocabile anche prima della scadenza di 15 anni prevista dalla norma». Pertanto il calciatore potrebbe anche lasciare la Juve dopo un anno o due prima della fine dell’accordo e non pagherebbe penali o altre cose del genere. Insomma fra pochi giorni, forse, il cinque volte Pallone d’oro si aggiungerà agli altri 155 stranieri che hanno colto al volo la super occasione fiscale che, come sola condizione, prevede, come ricordato, il fatto di non essere stato residente in Italia negli ultimi 10 anni. Proprio quelli che Ronaldo ha trascorso in Spagna, vincendo ben 4 Champions League. Tecnicamente, tra l’altro, occorre ricordare che gli stranieri possono aderire al regime quando presentano la dichiarazione dei redditi, riferita al periodo d’imposta in cui è stata trasferita la residenza fiscale in Italia o in quello immediatamente successivo. Possono, inoltre, eventualmente presentare una domanda preventiva alla Direzione centrale Grandi contribuenti dell’Agenzia delle Entrate. La richiesta può essere consegnata a mano, tramite raccomandata con avviso di ricevimento oppure telematicamente, utilizzando la posta elettronica certificata.