Finalmente qualcuno che dice qualcosa di sensato... Non è che le macchine a idrogeno non le vogliono fare perchè sono tutti cattivi e non ci vogliono bene
Tralasciando la polemica anarchico/comunista di pioggia e morpheus, volevo commentare l'articolo di punto informatico.
Premesso che non ne capisco molto di informatica, credo che su quella parte basti e abbondi il commento di alkabar che -sicuramente- ne sa molto ma molto più di noi. Quello che mi preme discutere è la fattibilità o meno di quanto affermato nell'articolo da un punto di vista puramente energetico. Secondo me (e anche secondo l'autore) il tutto funzionerebbe esclusivamente per piccole zone e solo come integrazione alla normale rete di distribuzione elettrica: questo perchè la produzione di energia come la intendono loro è realizzata tramite solare ed eolica. Le cose realmente interessanti sono esclusivamente 2: la ripartizione p2p e il recupero degli sprechi dovuti ad effetto joule.
Per quel che riguarda il discorso p2p, sinceramente non ne so molto, ma -come ho già detto- se ne è occupato alkabar.
Il problema degli sprechi, invece, mi sembra alquanto campato in aria. L'autore dell'articolo non entra in dettagli e dice candidamente che gli sprechi "saranno ridotti del 30% circa". Ora, io non so cosa abbiano in mente i ricercatori, ma l'energia dissipata per effetto joule non è facilmente riconvertibile, nè tantomeno CONVIENE riconvertirla. Il calore, si sa, è una forma di energia di scarsa qualità, e per tramutarla nuovamente in energia meccanica (elettrica ad esempio), è necessario sostenere una perdita secca. Mi spiego: se ho 100 joule di energia termica e voglio trasformarli in energia meccanica (o elettrica o potenziale, ecc. ecc.), sicuramente non otterrò 100 joule meccanici, ma solo 80 (o 70, o 60, a seconda della bontà del mio impianto di conversione). Ora, io non so di preciso quanto calore si generi lungo un cavo dell'alta tensione, nè tantomeno a che temperatura (maggiore è la T, maggiore è la qualità dell'energia termica), ma suppongo che non sia così elevato (altrimenti il cavo brucerebbe). Inoltre c'è da considerare che non è tutto concentrato in un punto, ma è distribuito lungo il cavo, e questo rende più difficile l'accumulazione di un numero sufficiente di joule termici per la conversione.
Ovviamente l'articolo (sia di punto informatico sia di repubblica) è scritto una merda e fa veramente cagare: mi auguro che i ricercatori britannici abbiano pensato e risolto tutti questi dubbi che sto ora sollevando, ma senza una descrizione un minimo più accurata di quello che si propongono di fare non posso non giudicare quantomeno "strana" questa proposta.