
Originally Posted by
jamino
Caro Sillo sei confuso e vivi in un mondo che non c'è.
Un dirigente non mette in ballo nulla... è' l'imprenditore che mette in ballo i suoi soldi, per altro questo vale per la piccola imprenditoria, non per le grandi imprese in cui si mettono in ballo per la maggiroanza soldi degli altri (cragnotti, tanzi, gardini .. solo per fare qualche nome... non mi risulta che ora siano poveri in canna[tranne gardini che è morto ovviamente...], mentre mi risulta che molte persone abbiano perso il loro risparmi grazie alla capacità di questi parassiti...)
Un dirigente è una persona che così come l'impiegato o l'operaio vende il suo lavoro. Peccato che in Italia ce ne siano migliaglia di inetti e incapaci..
Ma torniamo all'imprenditoria tanto per restare in tema. Ti racconto quello che è successo a me nella prima azienda per cui ho lavorato.
L'azienda in questione era una joint venture tra un imprenditore italiano abbastanza noto nell'ambiente e una grande azienda statale ora privatizzata.
L'azienda è nata nel 2000 per operare in un settore emergente. Ha fatto reclutamento, offerto lavoro a persone che operavano nel settore (una decina circa tra cui me) e ha iniziato la fase di start up. Per chi non è addentro a queste cose la fase di start up è una fase di investimento in cui si pongono le basi per fare fatturato in seguito (in particolare nel settore delle NT in cui lavoro). Te la faccio breve.. a maggio del 2001 il signore in questione si presenta in sede e dichiara che non ha piu intenzione di investire in questa iniziativa... Inizia la fase di contrattazione con la grande azienda di cui sopra e a fine luglio del 2001 ci troviamo tutti senza lavoro.... E sto aprlando di persone che avevano rinunciato ad altre cose per passare a questa azienda.
Durante la fase maggio luglio veniamo a scoprrire diverse cose interessanti la principale delle quali era che la grande azienda di cui sopra aveva fatto commesse alla nostra azienda per molti soldi (senza alcun problema in quanto la nostraazienda era una partecipata) la nostra azienda di fatto aveva sub appaltato il 99% delle commesse ad un'altra azienda che era al 100% dell'imprenditore in questione. Insomma Sillo per fartela breve io ero stato assunto in un'azienda che doveva servire solo da "canale" per far arrivare contratti all'azienda del tizio senza passare per tutte quelle procedure che regolano l'affidamento di un contratto ad una società esterna. Quando l'amministratore delegato della grande azienda (uomo allineato all'attuale maggioranza) era stato in odore di passaggio ad altro incarico il giochino si era interrotto.. per questo circa 10 persone hanno eprso il posto di lavoro, con un'azienda chiusa mentre era in forte attivo, nonostante lo start up...
Ovviamente l'azienda era di meno di 12 persone per cui niente statuto dei lavoratori e licenziamento per giusta causa cioé, come dici tu "niente diritti, solo calci in culo".
Be sillo è una cazzata... Niente diritti significa che esiste un solo diritto: quello del più forte, e questo significa mandare nel cesso secoli di storia dello sviluppo sociale e civile. Se dobbiamo raggionare cosi allora, sinceramente, ha ragione chi prende una pistola e fa al lotta armata. Sia chiaro io non credo ne favorisco queste forme di lotta, ma se postuliamo la legge del più forte postuliamola fino in fondo e riconosciamo che se il padrone usa la sua forza (potere di ricatto perché ti puo licenziare) allora non c'è da scandalizzarsi se la controparte usa la sua (violenza di massa).
fatto questo inciso, che è una storia vera e vissuta sulla pelle, una semplice domanda per tornare in tema:
Ok posto che l'imprenditore rischi il suo... il figlio dell'imprenditore, che si trova la pappa fatta che rischia? Non rischia il suo, perché ciò che ha non è suo, non è figlio della sua fatica, della sua genialtà, della sua capacità di creare valore... A monte lui e il figlio dell'operaio sono uguali, solo il figlio dell'imprenditore ha una fortuna :
Il papà ha i sold, quindi lui avrà le migliori possbilità, la migliore istruzione, studierà in un'ambiente confortevole avrà dei genitori istruiti che probabilmente quando avrà un problema con le equazioni sapranno aiutarlo o se non possono farlo gli apgheranno un professore privato...
Il figlio dell'operaio probabilmente studierà in un ambiente meno confortevole, non avrà un aiuto dai suoi che non hanno idea di cosa sia un equazione e si dovrà arrangiare.
E' ovvio che tu mi possa dire così è la vita, si tratta di una questione di fortuna, e io non sono così ingenuo da non essere d'accordo con te. La differenza, però, è che io credo che in una società civile, come si suppono noi dovremmo essere, lo stato esista proprio per fare in modo che le sperequazioni dovute al caso e alla fortuna siano ammortizzate e questo avviene proprio grazie alla tutela dei diritti di tutti.
Jami