Fabio Cannavaro ritiene ci siano tanti altri responsabili nello scandalo del calcio. "Non è solo una questione di dirigenti Juve - ha detto - era il sistema del calcio intero italiano ad andare così. Mi sorprende l'assenza di tante persone, Moggi era amico di tutti...". Il difensore resterà il capitano della Nazionale: "Sento dire rinunci a quella fascia, ma perché dovrei? Ho la fiducia dei miei compagni".
Un'arringa difensiva e un attacco al resto del calcio. Fabio Cannavaro è un fiume in piena, quando parla dello scandalo che sta travolgendo il mondo del pallone italiano. Il difensore difende la sua Juventus e Luciano Moggi: "Non è solo una questione di dirigenti Juve, era il sistema del calcio intero italiano ad andare così"
Sull'ex dg: "come persona aveva fatto di tutto, nei due anni in cui ho giocato alla Juve, per stare al nostro fianco. Riceveva 416 telefonate al giorno, era amico di tutti o quasi. Ora non credo che tutte queste persone lo cerchino più, mi dà fastidio questo fuggi fuggi".
Al difensore dà anche fastidio l'ipotesi di revoca degli scudetti degli ultimi due anni: "Io quei due scudetti me li sento, sono miei - ha proseguito - per me non sono anni da cancellare. Quei titoli li ho vinti sul campo. C'è un'inchiesta in corso, ci saranno delle sentenze e chi ha sbagliato pagherà. Per ora, del resto sono chiacchiere".
Il difensore della Nazionale, che ha annunciato "resterò capitano", ha aggiunto di "non avere mai avuto in campo la sensazione di errori in malafede. Gli sbagli degli arbitri sono stati anche contro di noi, non solo a favore. De Santis l'anno scorso ci arbitrò sei volte e non vincemmo quasi mai. Anzi, perdemmo la Supercoppa italiana per un gol regolare annullato a Trezeguet. Io non ho avvertito la sudditanza psicologica. Ero orgoglioso di essere juventino prima, lo sono anche adesso".