tratto dal blog di Luttazzi
Saddam Hussein non aveva né armi di distruzione di massa né legami con Al Qaeda. Dal 2003, milioni di pacifisti nel mondo protestano contro la guerra di Bush per questo motivo: basata su bugie, strumentalizzava in modo cinico il dolore suscitato dall’attentato dell’11 settembre per giustificare l’invasione illegale dell’Iraq, dando così ai seguaci di bin Laden nuovi argomenti per il loro proselitismo infernale.
I giornali tradizionali furono di una lentezza pleistocenica, rispetto alla blogosfera di sinistra, nell’accorgersi del pacco confezionato da Bush & Co. Una giornalista, Judith Miller, all’epoca scrisse quattro articoli sul New York Times che accreditavano l’ipotesi di un Saddam con le armi di distruzione di massa. In realtà stava facendo propaganda insieme ad altri giornalisti embedded, coi quali poi venne travolta dal CIA-gate. Quando tornai sull’argomento in questo blog, i bloggers italiani neo-con si scatenarono, dandomi addosso nei modi più lerci.
Di oggi la notizia che li sputtana per l’ennesima volta ( era già successo con lo scandalo Niger-gate ): un rapporto del Senato americano conferma che non c’era alcun rapporto fra Saddam e Al Qaeda. Gli Usa non erano in alcun modo costretti ad attaccare l’Iraq. Bush & Co. hanno ingannato tutti, cercando di farlo credere sin dall’inizio. Vi hanno ripetutamente alluso nei loro discorsi pubblici, mentre molti media, specie la Fox tv e i quotidiani di Murdoch, contribuivano a fare ammuina: negavano che Saddam avesse armi di distruzione di massa insinuando che Saddam avesse armi di distruzione di massa. Come se non bastasse, Rumsfeld proibì agli strateghi militari di elaborare un piano per il dopoguerra in Iraq, minacciando di licenziare chi avesse parlato di una eventuale Fase 4 ( sicurezza, stabilità, ricostruzione ): sarebbero serviti troppi soldati e l’opinione pubblica americana non avrebbe visto con favore l’impegno in una guerra lunga. Lo ha raccontato oggi a The Daily Press il generale di brigata Mark Scheid, all’epoca colonnello al Comando centrale per le operazioni militari americane in Medio oriente.
E così, secondo un sondaggio dell’altro ieri, adesso il 49% degli americani crede alla balla che Saddam sia collegato all’attentato dell’11 settembre. Non pago, due giorni fa Bush ci ha riprovato. Ha detto:-Siamo in Iraq per combattere il terrorismo, che dopo l’11 settembre è una minaccia.- Un giornalista finalmente gli ha chiesto cosa c’entri Saddam con al Qaeda. –Niente,- ha risposto Bush, come se il tonto fosse l’altro. Bush in pratica ha ammesso di essere un criminale di guerra. Una risposta inaspettatata. Deve essere un nuovo piano del malefico Karl Rove.
A proposito di giochi sporchi, con l’approssimarsi delle elezioni la rete ABC stasera manderà in onda un docu-drama ( The Path to 9/11 ) in cui si inventano fatti fasulli per dare a Clinton la colpa di non aver fermato bin Laden a suo tempo. Le bugie che la ABC trasmetterà sono il prodotto di David Horowitz e David Cunningham, due noti attivisti di destra. Horowitz ha creato il Center for the Study of Popular Culture, un "think tank" finanziato fra gli altri dal miliardario di estrema destra Richard Mellon Scaife. Erano di Scaife anche i 2 miliardi e mezzo di dollari dell’Arkansas Project, un’operazione sporca che consisteva nel pagare persone che raccontassero storie negative su Clinton, che poi risultarono false. Il padre di Cunningham è Loren Cunningham, fondatore del gruppo evangelico di destra Youth With A Mission (YWAM). David Cunningham ha fondato The Film Institute (TFI), dedicato “ alla trasformazione divina dell’industria cinematografica e televisiva dall’interno “. Lo sceneggiatore chiamato all’opera da Cunningham è un altro attivista di destra, Cyrus Nowrasteh. Dopo le proteste dell’opinione pubblica e degli storici, pare che la ABC abbia deciso di togliere la scena in cui Clinton è uno dei terroristi che dirottano gli aerei contro le Torri Gemelle.
ABC è ABC-Disney. Negli USA c’è già chi propone di boicottarne tutti i prodotti.
Il docu-drama non dice ovviamente che, ai tempi di Bush padre, bin Laden era finanziato dalla CIA per fronteggiare i sovietici in Afghanistan.
CENNI STORICI
Afghanistan. Nel 1973 un colpo di stato detronizza il re Zahir Shah. Nel '78 il Partito Democratico del Popolo afghano (PDPA), filo-sovietico, con la "rivoluzione d'aprile” instaura la Repubblica Democratica dell'Afghanistan, guidata da Mohammad Taraki. Ma le riforme del nuovo regime ( sovietizzazione, laicizzazione ) generano malcontento nella popolazione. In questo contesto comincia a organizzarsi la resistenza islamica armata.
A metà del '79, la guerriglia islamica sostenuta da Iran, Pakistan e Cina controlla quasi l'80% del territoro afghano. Taraki viene ucciso. L'URSS, temendo l'estansione della ribellione islamica alle vicine repubbliche di Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan, invade l'Afghanistan nel dicembre '79.
Nel gennaio '80 gli Usa danno al Pakistan aiuti economici e militari per fermare l'avanzata dell'Urss in Afghanistan. Zbigniew Brzezinsky, ex-consigliere per la Sicurezza Nazionale USA, dice a Le Nouvel Observateur il 15 Gennaio 1998: -Secondo la versione ufficiale della faccenda, gli aiuti ai mujaheddin da parte della CIA sono cominciati durante il 1980, ovvero dopo che l'armata rossa aveva cominciato l'invasione dell'Afghanistan. La realtà, rimasta fino ad oggi strettamente celata, è completamente diversa: fu il 3 luglio 1979 che il presidente Carter firmò la prima direttiva per aiutare segretamente gli oppositori del regime filo sovietico di Kabul. Quello stesso giorno scrissi una nota al presidente nella quale si spiegava che a mio parere quell'aiuto avrebbe determinato un intervento armato dell'Unione sovietica in Afghanistan.-
I servizi segreti pakistani (ISI) ricevono intelligence e finanziamenti da USA e Arabia Saudita ( sono questi gli anni dell'alleanza economica tra la famiglia Bush e la famiglia saudita dei bin Laden ). L'ISI gestisce autonomamente i fondi americani e la guerra contro la Russia viene presentata al popolo afghano e ai volontari arabi come una jihad islamica contro gli infedeli comunisti.
Agli inizi dell'89, la sconfitta russa ( 13310 morti e 35478 feriti ) contribuisce in modo determinante alla dissoluzione dell'Urss.
Il Pakistan vuole installare un governo islamico a Kabul, così da concentrarsi sulla delicata questione del Kasmhir ( uranio) dove era in corso una guerra con l'India. Inoltre un governo islamico-sunnita in Afghanistan avrebbe permesso un controllo del vicino Iran islamico-sciita ( mal visto dagli USA ) e contemporaneamente della Russia.
Gli Usa sostengono la Jihad fino alla definitiva scomparsa dell'Urss ( dicembre '91), quindi spostano la loro attenzione altrove ( guerra nel Golfo, 1991 ).
Fra le diverse fazioni della resistenza islamica esplode la guerra civile. Nel 1992 i mujaheddin tagiki sostenuti dall'Iran e fedeli a Massud conquistano Kabul, sconfiggendo gli afghani-arabi appoggiati dal Pakistan. Gli scontri proseguono fino al 1994, quando compaiono i talebani, che nel 1996 prenderanno Kabul. Russia e USA tornano a occuparsi della zona.
La guerra contro la Russia e la successiva guerra civile hanno fomentato un acceso fanatismo islamico di impronta wahabita-saudita. Tra l'82 e il '92 ben 35000 musulmani provenienti da tutto il mondo hanno combattuto in Afghanistan pagati con soldi sauditi e pakistani. Il Pakistan ha creato centinaia di madrassas e campi militari in Afghanistan, usati più volte come centri di reclutamento e addestramento per i soldati da spedire in Kashmir, Kosovo e Cecenia.
Per Brzezinsky, questo è stato il prezzo pagato per liberare l’Europa centrale dalle maglie dell’impero sovietico.
L'8 dicembre 1991 l'URSS cessa di esistere. Si forma la Comunità di Stati Indipendenti (CIS): Russia più ex-repubbliche sovietiche.
In Asia Centrale si concentrano appetiti diversi. Comincia il "Grande Gioco". Il Turkestan occidentale comprende Kazakistan,Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Kirghizistan. La zona non solo è ricca di risorse naturali, fonti energetiche, materie prime e oppio, ma è anche via di transito per gasdotti, oleodotti e droga orientale.
In Uzbekistan si trovano gas e oro, in Kirghizistan i metalli, in Turkmenistan soprattutto gas ( nel 1998 è stato il 4° produttore mondiale di gas, che al 95% viene esportato ).
Per l'estrazione e il trasporto di gas e petrolio la fanno da padroni Russia (Gazprom), USA (Unocal e Chevron), Turchia e Cina. Chi controlla le vie del petrolio ne detiene il potere.
Al momento dell'indipendenza, queste repubbliche del Turkestan, senza sbocchi marittimi, dovevano servirsi della rete di trasporto dell'ex-URSS, inadeguata. Più conveniente puntare verso l'Oceano Indiano. Il caso del Turkmenistan ci porta alla guerra di oggi. A metà degli anni '90, la Gazprom chiude il rubinetto che porta il gas turkmeno all’occidente. Se lo tiene per sé. Il Turkmenistan vorrebbe servirsi allora del porto iraniano di Bandar-Abbas sul golfo Persico. Gli USA si oppongono al progetto e contropropongono: a) un gasdotto Caspio-Turchia (Baku-Ceyan) e b ) un appoggio al progetto pakistano di un gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan ( porto di Gwadar). L’idea pakistana coinvolgeva la statunitense Unocal e la saudita Delta-Oil. USA e regime talebano sono in buoni rapporti e la via di passaggio rappresentata dall'Afghanistan è aperta.
Nel ’99, la Strategic Review, dello U.S. Strategic Institute di Boston, scrive: " La regione Asia centrale-Medio Oriente contiene la più grande concentrazione mondiale di riserve di idrocarburi e merita l'attenzione statunitense. Assicurare alle compagnie USA la leadership nello sviluppo delle risorse nella regione e azzerare l'influenza russa e iraniana sull'esplorazione e sviluppo dei campi energetici, nonché sulle direttrici delle pipelines per l'esportazione costituisce la base di quella politica."
Fra le raccomandazioni dell'esperto:
1) Realizzare le condotte transcaspiche ( tra cui la Baku-Ceyan) anche per mettere fuori gioco le vie controllate da Iran e Russia.
2) Contenere la penetrazione russa nella regione.
3) Sostenere la Turchia, fedele alleata contro Russia ed Iran.
4) Controllare l'Iran.
5) Collaborare col Pakistan sia perchè possibile punto di passaggio per l'esportazione del gas, sia in chiave anti-Iran.
6) Aumentare la presenza militare americana in Asia Centrale.
Le altre potenze nel frattempo fanno lo stesso gioco nei confronti degli USA.
L'Iran va accrescendo il suo potenziale militare. Ha siglato un accordo con Mosca per oltre 300 milioni di dollari all'anno di rifornimenti bellici. Punta al nucleare.
Anche la Cina ha stretto un accordo per l'acquisto di armi dalla Russia, facendo pace su alcune questioni relative ai confini.
Quando, nel 1993, cambia il contesto strategico, l'Afghanistan disintegrato torna a essere interessante per i detentori del potere mondiale. Le ex-repubbliche sovietiche vogliono capitali americani. Permettere all'Iran il controllo dell'area avrebbe significato ridurre l'influenza degli Usa e dell'Arabia Saudita sulle ex-repubbliche. L'Iran voleva il petrolio del Caspio. In questo momento, quindi, Usa e Arabia Saudita si ritrovano alleati.
Il Pakistan , maggior produttore mondiale di oppio, voleva invece il controllo delle vie della droga. Durante la guerra afghana, il Pakistan decide di trasferire le piantagioni di oppio in Afghanistan. Col consenso della Cia e dell'Isi l'Afghanistan arriva ai vertici della produzione mondiale di oppio. Circa il 3% del ricavato va al Pakistan, che lo utilizza per diventare una potenza nucleare.
Comparsi nel ’94, i talebani ( letteralmente " studenti di teologia coranica ") nel febbraio '95 arrivano a Kabul e sconfiggono i mujaheddin e il debole governo di Rabbani. I talebani sono sunniti e vogliono costruire una “vera” società islamica. Sostenuti economicamente e militarmente dal Pakistan, nel ’98 i talebani controllano il 90% del territorio afghano. Con un governo talebano filopakistano il Pakistan pensava di soddisfare l'alleato americano, che sosteneva il progetto Unocal di un gasdotto attraverso l'Afghanistan. Nel ’98, Osama bin Laden manda a monte l’intero disegno.
Nei primi anni ‘60 lo sceicco saudita Mohammad Bin Laden, diventato miliardario con commesse edili provenienti direttamente dalla famiglia reale, comincia a fare investimenti in America. Mohammad muore in un incidente aereo. Gli subentra il figlio Salem, fratello maggiore di Osama, che nel '73 fonda una compagnia aerea in Texas. Suo socio è il cognato Khalid bin Mafhouz, banchiere della casa reale saudita nonché proprietario della più grande banca privata del mondo. I due vogliono entrare nei circoli finanziari americani importanti per poi condizionare la politica americana secondo gli interessi della dinastia saudita.
Grazie a John Bath, imprenditore, agente Cia per l'Arabia Saudita, agganciano George Bush senior, petroliere, influente uomo politico del partito repubblicano, direttore della Cia dal '76.
Nel '78, Bush figlio, l’attuale Presidente, fonda la Arbusto Energy e i due sauditi, tramite Bath che fa da prestanome di Salem, contribuiscono al capitale iniziale. Bath procurerà ai due molti affari importanti.
Bush padre diventa vice presidente USA nell'81 e presidente nell'88. Bush figlio guadagna milioni di dollari grazie ai finanziamenti dagli arabi e dall’entourage di papà. Tra l'86 e il '90 Mafhouz compra il 20% delle azioni Bcci, la banca usata dalla Cia come copertura per il riciclaggio del denaro della droga, denaro usato anche per finanziare i mujaheddin afghani nella loro guerra contro l'URSS.
Nell'87 Mafhouz acquisisce il 17% azionario della Harken Energy, società di Bush figlio.
Nell'88, Salem bin Laden muore come il padre in un incidente aereo e nel '90 il sodalizio Bush-Mafhouz termina. Bush figlio, prevedendo la crisi del petrolio kuwaitiano e la conseguente guerra del golfo fatta dal padre, vende tutte le azioni della Harken finchè il prezzo è ancora alto; quando la Harken fallisce, fallisce anche la Bcci. Mafhouz scompare di scena e ripara in Irlanda. Attualmente è ricercato come braccio destro di Osama bin Laden.
Durante la guerra contro l'URSS, il giovane Osama combatte al fianco dei mujaheddin, finanziato dalla CIA. Nel '91 l'America invade il Golfo. Osama ripara in Sudan: grazie alle sue immense risorse finanziarie crea un vasto movimento islamico antiamericano, che poi indottrina nel caos della guerra civile afghana. Si sposta in Afghanistan e qui, nel '96, con la mediazione del Pakistan, conosce il mullah Omar.
Mediante un'abile operazione politica e gli aiuti finanziari e militari che poteva offrire ai talebani, bin Laden toglie ai pakistani il controllo di buona parte del regime talebano e lo indirizza contro l'America. Nel 1998, Bin Laden fa attentati contro le ambasciate americane in Africa. Gli USA bombardano postazioni di Al Qaeda. L'Unocal abbandona il progetto del gasdotto. Ma una guerra è prematura: Clinton è alle prese coi Balcani e col Kosovo.
Con Bush figlio, va al potere l'amministrazione più guerrafondaia degli ultimi anni, e la più legata agli interessi delle lobby petrolifere. Dal marzo 2001 all’agosto 2001 gli USA danno un ultimatum ai talebani: consegnateci bin Laden (e lasciateci costruire il gasdotto Unocal ) o vi seppelliamo di bombe.
Nell’agosto del 2001, Reuel Marc Gerecht, operativo CIA in Medio oriente, spiegò ai lettori dell’Atlantic Monthly perché bin Laden avesse poco da temere dall’intelligence americana:
Gli USA spendono miliardi di dollari in operazioni mirate contro bin Laden e Al Qaeda, dopo gli attentati alle ambasciate USA in Tanzania e in Kenya ( agosto 1998 ). A metà degli anni 80, Osama bin Laden era a Peshawar, la capitale della frontiera nord-orientale del Pakistan, vicino al passo Kiber che porta in Afghanistan, dove organizzava e pagava volontari musulmani per la guerra contro i sovietici. Lì nacque in clandestinità Al Qaeda. Quando dovevano servirsi di mezzi di comunicazione moderni, Bin Laden e i suoi raggiungevano Peshawar. Peshawar, crogiuolo di ogni tribù afghana, è anche la base dei talebani. L’antiterrorismo occidentale deve infiltrare Peshawar, ma è difficilissimo, dato che si è sempre come sotto controllo. Anche un agente CIA musulmano potrebbe poco: la sua identità sarebbe comunque nota ai servizi segreti pakistani, che sono ovunque. Se cercasse di spacciarsi per quello che non è, verrebbe presto scoperto. Il Pakistan e gli USA non sono alleati, quando si tratta di Bin Laden o dei talebani. Occorrerebbero agenti senza copertura ufficiale (NOCs), cioè non legati apertamente al governo USA. Questi agenti dovrebbero essere di estrazione mediorientale, parlare correttamente l’arabo, e recitare per anni la parte del fondamentalista musulmano nelle montagne afghane, con cibo scadente e niente donne. Un giovane funzionario la riassume così:- La CIA non implementa operazioni che includono la diarrea come stile di vita.- L’ambasciata USA a Islamabad raccomanda ai diplomatici un profilo basso, limitarsi alla zona dell’American Club, per evitare di imbattersi in un fondamentalista. Un agente di grande talento, Robert Baer, arrivato lì nel 1987 dopo aver raccolto per anni informazioni sugli hezbollah libanesi e la jihad islamica palestinese, suggerì alla CIA di ricavare intelligence sull’Afghanistan dalle vicine repubbliche ex-sovietiche. La CIA rispose che era troppo pericoloso ed era inutile preoccuparsi. Da allora, l’Afghanistan è la centrale operativa
( addestramento, reclutamento ) del terrorismo islamico anti-americano. Per sconfiggere bin Laden è necessario appoggiare Ahmad Shah Massud, leader dell’unica formazione afghana che combatte i talebani. Comandante esperto della guerriglia mujahiddin anti-sovietica, il suo esercito si scontra quotidianamente con le unità militari di bin Laden sui fronti pakistano, afghano e cinese-turcomanno. Massud è l’unico che possa spezzare l’alleanza tribale dei talebani. Appoggiarlo costringerebbe bin Laden a lasciare l’Afghanistan, dove i servizi segreti e le forze militari USA e alleate non possono raggiungerlo.
Poche settimane dopo, due giorni prima dell’11 settembre, Massud veniva assassinato. Per molti analisti, quello fu il segnale perchè gli attentatori dell'11 settembre si attivassero.
Sappiamo com’è andata a finire. Il 7 ottobre 2001 gli Stati Uniti attaccano l'Afghanistan. Nel giro di un mese i talebani vengono sconfitti. Gli USA si insediano in Uzbekistan. Alla fine di maggio del 2002 si ripristina il piano Unocal per la costruzione della pipeline Turkmenistan - Afghanistan - Pakistan.
La notte del 20 marzo 2003 gli USA entravano nell'Iraq meridionale, mettendo subito sotto controllo l'area di Rumaila, dove si trova il più importante giacimento petrolifero iracheno, con riserve stimate in 20 miliardi di barili. È il quinto del mondo e ha dimensioni paragonabili alle intere riserve nazionali statunitensi. Le quotazioni del greggio chiudevano il primo giorno di guerra con il brent a 25,50 dollari al barile: il minimo trimestrale. Gli operatori mostravano di credere alla guerra rapida. Dopo cinque anni di guerra, il petrolio è sopra i 60 dollari al barile e bin Laden è ancora uccel di bosco. A nulla sono valsi gli innumerevoli tentativi dell’agente speciale CIA Wile E. Coyote. Coyote ieri sarebbe rimasto spiaccicato sotto un’incudine ACME che nelle intenzioni doveva schiacciare il terrorista miliardario. Ma Bush ne è uscito illeso.
Promemoria:
Tra i finanziatori più importanti della campagna elettorale di Bush ci sono i petrolieri texani.
Dick Cheney è stato dirigente dell'Halliburton, società di ingegneria e servizi per l'industria del petrolio.
Condoleeza Rice è stata dirigente della Chevron per dieci anni ed è esperta di Kazakhstan.
Il consulente principale della Unocal è Henry Kissinger.
Appena due settimane fa, nella conferenza stampa del 21 agosto, Bush ribadiva che “ Saddam aveva la capacità di fabbricare armi di distruzione di massa (…) e aveva relazioni con al Zarqawi “, nonostante un rapporto CIA dell’ottobre scorso dicesse esattamente il contrario. Dopo la sconfessione del Senato, Bush ha già cominciato a usare una nuova analogia per pararsi il culo di fronte all’opinione pubblica: in sintesi, bin Laden è il Teschio rosso e lui è Capitan America.
Non vedo l’ora che il rapporto del Senato americano venga pubblicato nella sua interezza: salterò la prefazione di Carlo Rossella e andrò subito a leggermi la parte dove Bush si becca l’impeachment. *
* Elenco sommario delle accuse possibili contro Bush:
1. Initiating a war of aggression against a nation that posed no immediate threat to the U.S.--a war that has needlessly killed 2500 Americans and maimed and damaged over 20,000 more, while killing between 50-100,000 innocent Iraqi men, women and children.
2. Lying and organizing a conspiracy to trick the American people and the U.S. Congress into approving an unnecessary and illegal war.
3. Approving and encouraging, in violation of U.S. and international law, the use of torture, kidnapping and rendering of prisoners of war captured in Iraq and Afghanistan and in the course of the so-called War on Terror.
4. Illegally stripping the right of citizenship and the protections of the constitution from American citizens, denying them the fundamental right to have their cases heard in a court, to hear the charges against them, to be judged in a public court by a jury of their peers, and to have access to a lawyer.
5. Authorizing the spying on American citizens and their communications by the National Security Agency and other U.S. police and intelligence agencies, in violation of the First and Fourth Amendments and the Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA).
6. Obstructing investigation into and covering up knowledge of the deliberate exposing of the identity of a U.S. CIA undercover operative.
7. Obstructing the investigation into the 9-11 attacks and lying to investigators from the Congress and the bi-partisan 9-11 Commission--actions that come perilously close to treason.
8. Violating the due process and other constitutional rights of thousands of citizens and legal residents by rounding them up and disappearing or deporting them without hearings.
9. Abuse of power, undermining of the constitution and violating the presidential oath of office by deliberately refusing to administer over 750 acts duly passed into law by the Congress--actions which if left unchallenged would make the Congress a vestigial body, and the president a dictator.
10. Criminal negligence in failing to provide American troops with adequate armor before sending them into a war of choice, criminal negligence in going to war against a weak, third-world nation without any planning for post war occupation and reconstruction.
By Daniele Luttazzi at 10 Set 2006