Penso (e sottolineo penso) dipenda dai livelli di tolleranza e "necessità" di stimolazione di tali neurorecettori (relativi a dopamina, serotonina e norepinefrina).
Non so se tu sei un utente abituale di cocaina, nè tantomeno a che livelli di quantità, e né sappiamo, ovviamente, l'effettiva "qualità" della roba che eventualmente assumi: io parlo di cocaina allo stato "puro", quand'è tagliata con altra roba ovviamente tali effetti sono più blandi (ai quali però si devono aggiungere gli effetti del taglio, che possono essere parecchio diversi in base alla sostanza/sostanze usata/usate).
Chiaramente, in questi casi, si parla sempre di statistiche, c'è chi è più sensibile di altri a tali sovrastimolazioni e chi meno, ma è comunque indubbio che, a lungo andare e per forti quantità, i problemi relativi ad assuefazione ed altro comunque vengono fuori, a prescindere dalla suscettibilità personale.
Tempo fa hanno fatto anche dei test su cavie, alle quali hanno insegnato a "dosarsi" la quantità di cocaina da assumere, e col passare del tempo le cavie "drogate" non hanno fatto altro che aumentare, in modo continuo, la quantità assunta.
Quello su cui volevo insistere col mio post è che non ha senso fare un distinguo fra "effetto fisico" ed "effetto psicologico": l'effetto che volgarmente viene definito psicologico (come già detto, psicotropo per la precisione) non è altro che un effetto fisico che agisce sul sistema nervoso centrale. Ovviamente la scienza ne sa poco su come funziona in toto tale sistema, e quindi si tenta di trovare spiegazioni "cadendo" nelle spiegazioni psicologiche (cioé reazioni macroscopiche di comportamento, visto che quelle neurologiche sono difficili, oggi, da valutare con la dovuta chiarezza e precisione, il cervello è una macchina incredibilmente complessa con la sua rete neuronale

).