infatti
perché a qualcuno ancora serve, perché per chi la fa è impossibile non farla, per tante altre ragioni che non ti so dire perché non sono un artista.
però bisogna stare attenti secondo me a interpretare duchamp e ad andare dietro a warhol, è diventato un lavoro borghesissimo per alcuni, da certificare e controcertificare, la mandria dei giovani curatori rampanti, tirati su da critici narcisisti, ecc ecc.
Siamo d'accordo.
Ma, visto che l'arte è diventata un fenomeno di massa, che senso ha riconoscerle una nobiltà superiore che ha essa stessa rifiutato? Perchè mai dovremmo riconoscere un'immunità intellettuale all'artista in quanto artista?
Non dico di fare una lista di cio che è arte e ciò che non lo è; dico di ridefinire il concetto di arte e vedere se esista o se non sia il caso di chiamarla (e, quindi, trattarla) in un altro modo.
Last edited by ghs; 20th June 2007 at 16:21.
Il problema è che l'arte è la classica cosa che è definibile solo a posteriori....
Se non aprti da questo concetto non esiterebbe l'evoluzione dell'arte stessa , perché tutto ciò che è arte nuova sarebbe per definizione non arte...
Ripeto questo tipo di ragionamenti, non a caso, sono sempre stati propri di regimi totalitari che appunto in quanto totalizzanti definivano l'arte per comprenderla nella propria ideologia e ritenevano arte degenerata tutto il resto. Peccato che non appena cadeva il regime si scopriva che la vera arte era quella degenerata e l'arte di regime altro non era che carta straccia.
credo che quello che voleva dire mend è che se tutto è arte , niente lo è.
Quindi totalitarismi democraticismi abbiamo smesso di fare arte riconoscibile come tale. Forse.
Per mend: io mi sforzo di non affermare niente.
Non ho tesi da sostenere, sto dicendo solo di capirci poco.
Da una parte odio le censure in generale , dall'altro lato non riesco a trovare una "misura" per dei giudizi di qualche genere.
Last edited by Palur; 20th June 2007 at 16:33.
l'artista non ha mai voluto essere nobile (almeno per come ho potuto capire qua e là) , solo comunicare, non importa a quanti ma a qualcuno dei suoi simili o anche solo a sé stesso, quello che aveva da dire, la sua visione della vita, la sua visione dell'arte. poi sì ci sono sempre stati quelli che han avuto bisogno di un palcoscenico anche mentre stavan lavorando (uno è proprio il Rubens che compro il Caravaggio di cui parlavo prima) e che facevan opere faraoniche ingombranti per farsi sentire in un altro modo.
poi sul fatto dei termini, delle definizioni non so cosa dirti
si lo capisco perfettamente il discorso , e sarei perfettamente daccordo .
Perfettamente non è il termine adatto.Perche come mi dico "è vero" , salta fuori la vocina malefica che mi chiede : ma chi ci si mette a decidere cosa è arte e cosa non lo è ?io? te? sgarbi? E mi pulsa nell'orecchio il segnale di allarme che mi dice che sto sbagliando strada.
Facessero un manifesto delle loro intenzioni sta gente sarebbe tutto piu chiaro.
Almeno sapresti chi fanculizzare.
Edit:in generale finisco per rispondermi che bisogna lasciare fare tutto , le madonne con lo sperma , i wojtyla bombardati , le merde d'autore , le orgie delle tredicenni e i versetti satanici.
Come dice jamino sarà poi il giudizio del tempo a farci giustizia.
Last edited by Palur; 20th June 2007 at 16:40.
L'arte deve essere libera. Ma la libertà dell'arte non è l'arte stessa.
Noi non giudichiamo l'arte a posteriori; i sociologi, gli antropologi e gli storici lo fanno. Ma se noi davvero lo facessimo, dovremmo sospendere il giudizio su una sedicente opera d'arte fino all'arrivo della posterità? E allora l'arte non esiste nel presente? O tutto è arte fino a prova contraria?
... sembra magnifico Kowalski.. maaa... può volare?
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Spoiler
Sì, l'artista non c'entra con la nobiltà; è l'opera d'arte che ha nobiltà, in quanto opera d'arte (altrimenti sarebbe una maglietta con Che Guevara). E credo che sia corretto, ma solo nella prospettiva di un'arte riconoscibile.
La pretesa comunicativa, secondo me, è uno degli inganni dell'arte contemporanea. Consegna l'opera d'arte al puro intelletto e ne neutralizza qualsiasi senso fuori dalla volontà dell'artista. E' una visione molto nichilistica dell'arte.