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Durncrag
si ma l'equazione non torna.
perchè il crimine paga pochi e molti pagano IL crimine e PER il crimine.
Io penso che ci sia anche del vero quando si dice che la cultura partenopea è "predisposta" ad accettare socialmente un fenomeno come la mafia. il punto è che esiste una cultura fatta di prevaricazione e strafottenza, e, così come non è estendibile alla popolazione in toto, è altrettanto vero che questa cultura del "passo prima io" offre un suolo fertile per un fenomeno che racchiude in se tutti i possibili tipi di prevaricazione (sociale, economica, politica, legale).
e questa cultura è socialmente, economicamente e politicamente trasversale, taglia tutti i ceti sociali e si estende fino alla Napoli "bene" che tanto bene poi non è, si estende fino agli alternativi anticamorra che si vanno a comprare erba e fumo nei quartieri, passa per le caffetterie miliardarie del centro storico che non fanno gli scontrini, e raggiunge anche l'uomo più onesto, che prima o poi si stancherà di essere uno dei pochi a prenderlo sempre nel sedere. Ho perso il conto di quante volte ho fatto a botte con gente per cose che in altri luoghi sarebbero normali e porterebbero semplicemente ad una scusa e ad una stretta di mano (gente che urla in biblioteca, che ti parcheggia in seconda fila e torna dopo mezz'ora, che non ti da la precedenza e vuole avere ragione). Qui no, qui la gente ti deve stare sopra in tutto, deve stare anche sopra delle legge e delle forze dell'ordine che (ed oggi più che nel periodo medio-recente) sono poco efficienti e lassiste.
Al centro. Perchè in periferia le forze dell'ordine non esistono, qui dove abito io , ed in realtà ovunque, è zona franca, ogn'uno fa quel che vuole (letteralmente).
E' in questo humus fatto di merda che la camorra mette radici. non si nutre solo di questo, certo, ma questo le da sostegno, le da sicuramente forza.
Purtroppo (e per fortuna Saviano l'ha sottolineato ieri più volte) non è solo un problema "nostro". non si tratta di "esplodi vesuvio" e si risolve il problema, perchè è ovunque.
la differenza e che l'anno scorso io lavoravo in un teatro a forcella, alle 8 e 30 entrai a teatro ed alle 9 meno venti spararono ad una persona nel vicolo adiacente. la differenza è che io ho paura di scendere di sera, ma spesso anche di giorno.
allora le soluzioni sono due.
o fuggo, o resto e combatto.
però, quando un giovane di 23 anni decide di fuggire (contro tutti i suoi princìpi) allora credo ci sia davvero da riflettere.