Carra Enzo (PD): condannato in via definitiva a 1 anno e 4 mesi per false dichiarazioni al Pubblico Ministero nell’inchiesta della maxitangente Enimont.
Castagnetti Pierluigi (PD): prescritto per corruzione.
Massimo D’Alema (PD): salvato per prescrizione del reato (accertato) di finanziamento nel processo a proposito di 20 milioni di lire in nero versatigli nel corso di una cena, negli anni ‘80, dal boss delle cliniche Francesco Cavallari legato alla Sacra Corona Unita.
Gozi Sandro (PD): è indagato per associazione per delinquere, truffa e violazione della legge Anselmi sulle logge segrete nell’ambito dell’inchiesta “Why not?”.
Laganà Fortugno Maria (PD): truffa ai danni dello Stato, per presunte forniture sanitarie irregolari.
Lolli Giovanni (PD): è imputato in udienza preliminare a Bari per favoreggiamento nell’inchiesta sui presunti abusi della Missione Arcobaleno.
Lusetti Renzo (PD): nel 2001, assessore a Roma nella giunta Rutelli, è stato condannato dalla Corte dei Conti di Roma a risarcire il Comune di Roma di oltre 2 miliardi di lire per consulenze ingiustificate. In appello l’importo è stato ridotto di un quinto.
Margiotta Salvatore (PD): indagato a Potenza per falso ideologico e a Catanzaro per abuso d’ufficio.
Rigoni Andrea (PD): condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per abuso edilizio sul monte di Porto Azzurro, Isola d’Elba, insieme alla madre, alla sorella e al direttore dei lavori.
Bubbico Filippo (PD): rinviato a giudizio e poi assolto in primo grado per abuso d’ufficio nel processo sulla defenestrazione del direttore generale dell’Asl di Venosa (Potenza); indagato a Catanzaro dal pm De Magistris per truffa all’Unione Europea in un’inchiesta su 20 miliardi di lire di fondi comunitari stanziati per un progetto di bachicoltura in Basilicata mai decollato; indagato ancora a Catanzaro nell’inchiesta “Toghe Lucane” del pm De Magistris con le accuse di associazione per delinquere, abuso e truffa in relazione a diverse operazioni del presunto “comitato d’affari” lucano nella sanità e nei finanziamenti europei a villaggi turistici in Basilicata.
Crisafulli Vladimiro (PD): accusato di associazione mafiosa per essere stato visto dai carabinieri mentre abbracciava e baciava il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua, e a discutere con lui di appalti pubblici, assunzioni e favori vari, ma l’indagine è finito in archivio; un’altra indagine finita in archivio è quella in cui è accusato di rivelazioni di segreto di ufficio dalla Procura di Messina.
La Torre Nicola (PD): indagato a Potenza per favoreggiamento ma poi ha visto la sua posizione finire in archivio: tramite intercettazioni telefoniche si è rivelato che La torre ha favorito l’ex presidente del Perugia calcio, Luciano Gaucci, avvertendolo dell’indagine a suo carico; ha favorito il numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, dell’assalto alla Bnl per le scalate bancarie; per la stessa cosa ha favorito Stefano Ricucci impegnato nella scalata al Corriere.
Papania Antonio (PD): ha patteggiato davanti il gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso di ufficio. La vicenda risale al ‘98 quando Papania, all’epoca assessore regionale al Lavoro, venne coinvolto in un’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo su una compravendita di posti di lavoro. Secondo i magistrati, alcuni esponenti di un sindacato, il Failea, avevano promesso assunzioni a 15 ex detenuti in cerca di lavoro in cambio di somme di denaro che arrivavano ino a 3 milioni di lire. Per queste assunzioni i sindacalisti si sarebbero rivolti a pubblici ufficiali e politici. A Papania che aveva dato lavoro a disoccupati privi dei titoli richiesti dalla legge, i pm avevano contestato il concorso esterno in associazione a delinquere e abuso d’ufficio.