non avrei usato le stesse parole essendo ignorante in psicocosema il concetto che volevo esprimere è proprio quello. Come detto, lungi da me il voler screditare una professione piuttosto che un'altra, se una persona necessita di lavorare per mantenere se stesso e la sua famiglia, ritengo che ogni lavoro, purchè legale, sia dignitoso senza se e senza ma.
Il punto è però quando non hai il sangue in gola ma la possibilità di scelta e una famiglia che ti aiuti alle spalle. A quel punto diventa una questione di ambizione personale, di carattere, di motivazione...e per quanto nessuno credo lavori per la gloria ma solo per il vil denaro, francamente, dico che una persona brillante può ambire a qualche soldo in meno ma a raggiungere una figura professionale e una serie di competenze personali superiori.
Mi sbilancerò ma uno che punta solo a guadagnare N facendo lo sturalavandini, ok andrà in giro col Q7, ma sarà pur sempre uno che passa le giornate con le mani nella merda e le uniche cose che capisce sono chiavi inglesi, sifoni e tubi da 2 pollici.
Per me è una questione di ambizione personale...a livello culturale e mentale, non materiale.
DaocSpoiler
Vabbè... Ho lanciato la prima pietra e non avendo troppo da fare non ritraggo la mano... Vi do qualche coordinata per farvi capire quel che intendo.
Fine '700, nascita della vetrina.
Le persone si trovano sole di fronte alle merci, a differenza del precedente rapporto clientelare che contraddistingueva le relazioni nella bottega dove il mercante spiegava i pregi o i difetti di un particolare prodotto. Si verifica un improvviso innalzamento delle competenze del consumatore, ma anche una risignificazione delle merci: nello stesso periodo nascono i media, i quali sono per forza di cose finanziati/alimentati dal capitalismo, che come tutti sanno propone per propria convenienza ideali di autorealizzazione del tipo "ho e quindi sono".
Le persone costruiscono la propria identità scovando differenze e affinità con gli altri individui oppure imitandoli, ed in base a questo si organizzano in gruppi.
Con la riduzione al minimo delle comunicazioni interpersonali, le persone, non confrontandosi con altre, diventano preda dei media (che nel loro primo periodo tra l'altro vengono esplicitamente studiati come mezzi per fare propaganda pesante).
Gli occhi con cui valutare sé stessi diventano quindi quelli degli altri, rispetto ai quali è opportuno spettacolarizzare all'estremo (e all'esterno) la propria vita.
Il materiale si mischia allo spirituale, e tutti adesso andiamo a scrivere la nostra puttanata ad effetto su facebook scudandoci dietro un ridicolo "peeeh il valore della condivisione" (che tra l'altro si manifesta molto di più sui forum).
Problem, monkeys?
Last edited by Shock; 15th February 2011 at 12:02.
Lo studio non c'entra proprio nulla secondo me. Per crescere interiormente, che sia una crescita 'spirituale' o culturale in senso lato, c'è bisogno soprattutto dell'interazione con gli altri e poi se vogliamo dello studio che spesso e volentieri non è affatto quello accademico; senza contare che c'è bisogno comunque di una certa predisposizione personale perché per quanto brutto sia da dire alcuni non ci arrivano proprio a guardare oltre il proprio naso.
Secondo me anche tu che parli di paraocchi stai guardando il problema da un punto di vista errato: al mondo d'oggi c'è la convinzione che una persona possa trovare la propria dimensione SOLO nel momento in cui segue un percorso accademico e lavorativo che ti porta poi a far qualcosa di utile ed usare il cervello. Non c'è niente di più grottesco e sbagliato. Dove cazzo sta scritto che io posso crescere come uomo ed essere considerato come tale solamente entrando a far parte del sistema? Io non voglio vivere per lavorare e fare del lavoro la mia vita, il lavoro dovrebbe essere solamente un mezzo per conseguire un fine, non il fine stesso; che non significa necessariamente grattarsi le palle, ma che ognuno dovrebbe essere libero di scegliere senza poi sentirsi dire che non stai facendo un cazzo di utile per il paese o per il mondo.
Come in tutte le cose, generalizzare è un po' rischioso.
C'è quello che fa il suo lavoro (tutelare i diritti delle parti) in modo certosino che ti assicuro che si fa il culo. Di soldi ne prende sicuramente tanti, ma è la persona che garantisce che (esempio) l'immobile che stai acquistando non sia soggetto ad altre ipoteche, vincoli strani di cui il venditore non ti aveva informato etc.
Comprare un rudere per 200k euro per ristrutturarlo e poi scoprire che è sotto le belle arti e non ci puoi fare un cazzo di nulla, non è una bella cosa. Qui se il notaio è professionale ti tutela e in fase di rogito (ma già sulla bozza, in realtà) viene fuori e ti puoi ritirare.
Poi c'è chi pensa solo al profitto, va al massimo di sconto previsto, fa il lavoro fatto da cazzo e ti fa rischiare grosso.
Ma questo vale anche per i medici, gli avvocati, etc etc.
Quindi, come detto, anche qui dipende da chi ti trovi di fronte.
Sta al consumatore informarsi bene sul professionista cui si rivolge e non fermarsi solo ai preventivi, specialmente quando sul piatto ci sono i risparmi di una vita.
Edit.: giusto per la cronaca, seguire come dio comanda gli atti significa andare in studio alle 8 del mattino, finire alle 19.30 (ci sono i societari) e lavorare spesso il sabato o la domenica, così come accade per quasi tutti i piccoli imprenditori.
Raz, girala come vuoi, ma per crescere devi avere sempre nuovi stimoli. E con lavori di quel tipo cresci (dando a Cesare quel che è di Cesare) per forza di cose poco.
Vivo a BG, città di muratori incazzati neri. Qui la gente in giro col Q7 è quasi la normalità... Però siamo anche uno dei bacini di consenso più grossi della Lega. E ti assicuro che di gente contenta, felice, spensierata ce n'è poca. Ti dice niente?
Io invece sostengo che il lavoro, di per sé sia IL fine. Non solo un semplice mezzo (né buono né cattivo) con cui tirare il carretto... E credo sia il mio modo di pensare, quello di uno che prende il lavoro come qualcosa di alto, che porta alle innovazioni e a quelli che davvero possono definirsi "salti evolutivi"...
(Adesso torno a esercitare l'aura da supersayan al cesso)
Non mi sono ancora lasciato svilire dalla prospettiva che per me lavorare sarà dura... E non ho intenzione di farlo.
Last edited by Shock; 15th February 2011 at 12:14.
attuare una politica che incentivi un certo tipo di formazione e faciliti la nascita e la creazione di grandi attività industriali / attività innovative. Un esempio? I poli tecnologici, il km rosso o il nuovo polo tecnologico a como (in quest'ultimo c'è dentro l'università, tanto per dire). Ma lo stato in queste cose non si è mai visto. Anche incentivare la nascita di società per azioni e startup non sarebbe male dal punto di vista economico, collegandolo magari alle realtà universitarie. Tutta roba che esiste non bisogna inventar niente.
invece si taglia la formazione universitaria, la si distanzia dalle realtà industriali, non si fa niente per cercare di far evolvere le nostre piccole realtà industriali e si degrada anche la formazione primaria promuovendo scuole di lavoro e professionali. Bella politica di crescita.
Last edited by Hador; 15th February 2011 at 12:13.
hdr.
bnet profile
Ma crescere in che senso?Qualsiasi lavoro è all'80% routine giornaliera. Possono cambiare le situazioni, ma il metodo è sempre lo stesso, dal falegname all'architetto famoso. Non ho capito se parli di crescita personale o crescita lavorativa, perché se è la seconda allora si cresce in qualsiasi campo se vuoi rimanere competitivo.
Discorsi lollosi dai sinostroidi benpensanti del forum, in pratica se fai la shampista devi finire in un lager e farti gassare.
io intanto sto scrivendo a brunetta simo![]()
hdr.
bnet profile
Ma ovvio!
Qualsiasi imbecille capisce che anche l'arte, il teatro, persino i fumetti sono mestieri possono rivoluzionare o far crescere un paese... Perché vanno a puttane? Perché alle scimmiette interessa il Q7 piuttosto che sviluppare un proprio gusto, o un proprio modo di pensare!![]()
Il lavoro non è sempre all'80% routine giornaliera, dato che ne esistono una varietà incredibile. E un metodo si modifica anche, non è per forza statico e/o opprimente, pur volendo tralasciare quanto possa influire (già tantissimo) il cambio di situazione. I due tipi di crescita personale di cui parli secondo me sono collegati! Se ti sbilanci su uno o sull'altro sei fottuto!
Troppo focus su crescita personale = (ma mica sempre) poca crescita lavorativa.
Troppo focus su crescita lavorativa = SEMPRE poca crescita personale. Quindi sei un cazzo di zotico avvilente col Q7.
hdr.
bnet profile
Tanto per dirtelo in gentilezza il tuo esempio non c'entra un cazzo con la tua prima frase ed ancora meno con il problema vero e proprio che secondo me non cogli.
Provo a spiegarti punto per punto dove sbagli e perchè, poi se ci vuoi credere bene, sennò come ti pare.
Prima di tutto la politica non dovrebbe influenzare ne favorire un certo tipo di formazione/iter, il motivo lo puoi chiedere a qualsiasi sociologo, non è il mio campo quindi non lo tratterò in modo approfodito. In ogni caso un governo corretto non favorisce nulla (al massimo incentiva con tasse ridotte per le facoltà meno gettonate), anzi si occupa di dare agli studenti che entrano nel mondo dell'istruzione superiore/universitaria un portafoglio di scelta ampio e ben strutturato.
Insomma, è un bene che esistano TOT istituti professionali, dopo TOT è un numero aleatorio che si modifica in base al numero di richiete stimato, il motivo per il quale questo numero cresce l'ho scritto nel mio reply precedente e non ho voglia di ripetermi.
Ancora questa storia di dare soldi alle università, come posso farti capire che i soldi non crescono sugli alberi? è un gioco di interessi contrapposti, e come dice giustamente il mio docente di amministrazione pubblica "è come cercare di coprire 2 vecchietti messi l'uno davanti all'altro con una coperta molto corta, dai ad uno per togliere all'altro, ma qualcuno avrà sempre freddo".
Quello che tu desideri non è attuabile per il governo italiano PUNTO, e sarà così finchè qualcuno non dimostrerà il contrario, e non credo proprio capiterà.
La soluzione ad una problematica di questo tipo è e sempre sarà la PRIVATIZZAZIONE dell'istruzione. Le ultime riforme si stanno avvicinando lentamente una struttura basata sulle performance (manager e cda fatti decentemente), ma finchè ci sarà la lenta macchina del governo alle spalle non ne uscirà mai nulla di produttivo, semplicemente perchè non c'è l'interesse che lo sia.
Ah si, prima che mi flammi dandomi del fascista blablabla, ci sono fior fiore di studi che dimostrano come privatizzando il costo totale per lo studente finale sarebbe assolutamente IDENTICO, perchè con i soldi risparmiati dallo stato per tenere in piedi un sistema ridicolo e malfunzionante potrebbe pagare tranquillamente la differenza tra retta attuale e retta "privata". Perchè non viene fatto secondo te? qui il tuo credo rosso suggerisce bene, per una volta.
Passiamo al punto dello startup, mi piacerebbe sapere cosa effettivamente ne sai. ma facciamo finta che sei una persona minimamente ferrata.
Sai che esistono apposite società PRIVATE che si occupano di questo? si chiamano Joint Venture; dove l'azienda A, con tot soci molto facoltosi, management esperto ecc ecc seleziona una o più aziende B C D E che hanno le potenzialità e le finanziano con linee di credito a lungo termine, inserendo il proprio management esperto ad aiutare quello della nascitura al fine di rispettare la tabella di marcia ed obiettivi di rendimento.
E' poco diffusa in italia, invece va alla grande negli USA... mi chiedo il perchè
Vuoi sapere perchè il mondo del lavoro in italia è così al momento? chiaro e tondo. IL TEMPO INDETERMINATO che è durato (e dura, purtroppo) da tot anni, unito ad una tassazione ALLUCINANTE ha DISTRUTTO LE GAMBE ai giovani moderni.
Se hai dubbi o vuoi approfondimenti piemmami che ti passo un paio di libri che dovresti leggerti.
gratz.