sinceramente Jarsil non capisco come tu possa non seguire il ragionamento.
UNa manovra economica del governo che "aiuta" chi ha contratto un mutuo a tasso variabile significa che il governo utilizza i soldi di tutti - inclusi coloro che hanno contratto un mutuo a tasso fisso - per parare il culo agli altri.
Ora, una diseguaglianza di trattamento e' INEVITABILE ogni qualvolta il governo di turno compie un'iniziativa per aiutare una categoria.
Anche nel caso apparentemente piu' equanime in cui gli aiuti di stato vanno a premiare i poveri (lasciamo fare per un attimo la maniera in cui essi vengono definiti) si attua una diseguaglianza di trattamento fra poveri e ricchi. E' un meccanismo insito anche nel banale concetto delle aliquote crescenti delle tasse sul reddito.
La questione, ovvia, e' che lo stato con operazioni del genere effettua una redistribuzione della ricchezza... toglie (poco, tanto, non importa, stiamo parlando di principii) a una certa categoria (con le tasse) e da' a un altra categoria (con gli aiuti di stato).
E' necessario giudicare SE questa redistribuzione e'
a) giustificata, ovvero reale necessità per una categoria disagiata
b) utile, ovvero tesa a un benessere collettivo maggiore di quello che si otterrebbe con il mantenimento dello status quo
c) virtuosa, ovvero concepita per incoraggiare il "buon cittadino" piuttosto che il cattivo.
In questo caso
a) non so la risposta, perche' non conosco lo stato reale della crisi per la misura in cui coinvolge i mutui a tasso variabile, ne' la popolazione oggetto, ovvero il reddito medio di chi possiede tali mutui
b) e' un giudizio economico complesso, che non sono in grado di formulare
c) tenderei a dire che non lo sia, perche' sceglie di aiutare coloro i quali hanno assunto un rischio, sperando che buttasse bene, e di tralasciare coloro che, scegliendo un tasso fisso o semplicemente scegliendo di NON fare il mutuo, hanno effettuato una scelta meno rischiosa.
Ora, la questione qual e'? Il messaggio recepito, per quanto mi riguarda, e' che lo stato e' disposto ad accollarsi le conseguenze negative dei tuoi rischi, per cui tanto vale rischiare, no?
Non conoscendo lo stato di necessità in cui versano effettivamente coloro che beneficiano di questa operazione, mi pare azzardato dire che la questione etica e' sicuramente trascurabile.
Per tornare al tipico esempio dei figli con la paghetta, e' come se tu rendessi un po' di soldi a quello che se li e' giocati alle corse, e tu lasciassi a bocca asciutta quello che li ha coscienziosamente messi sotto il materasso. ora, somiglia tanto alla parabola del figliol prodigo.. e la domanda e' : "e' l'approccio cristiano alla parabola del figliol prodigo la maniera migliore per affrontare un periodo di crisi economica"?