L’azione del governo in carica ha coinciso con un netto recupero della credibilità internazionale del nostro Paese. In particolare, a livello europeo, l’autorevolezza di Mario Monti ha facilitato l’assunzione di decisioni importanti, che vanno nella giusta direzione. In una fase nella quale è necessario assumere decisioni di portata storica sul futuro dell’Europa, però, è necessario che queste godano della piena legittimazione democratica che solo un governo politico, scelto dai cittadini, può garantire. La crisi dell’euro ha mostrato che la costruzione europea è ancora imperfetta e deve essere completata, sulla linea di quello che avevano immaginato i padri fondatori. Per superare la crisi ci vuole più Europa, non meno Europa. Il problema è che la crisi ha fatto risorgere i nazionalismi, nelle opinioni pubbliche, nei media, nelle classi politiche. L’idea di poter costruire l’Europa dall’alto, attraverso meccanismi di natura puramente tecnocratica si è rivelata un’illusione.
Oggi l’emergenza richiede di attivare gli strumenti per far fronte alla crisi finanziaria, ma sul medio periodo è l’intero processo di costruzione europea che dev’essere ripensato. Proponiamo pertanto due linee strategiche: la prima legata all’emergenza finanziaria; la secon- da alla ripresa del processo d’integrazione su basi più solide