
Originally Posted by
ghs
I punti sono tre.
Questo apre il secondo punto, che è culturale.
Nel corso degli anni, il mondo cambia e, col mondo, cambiano la percezione e l'uso dell'aborto. Se l'aborto non è praticato per salvaguardare la salute psico-fisica della madre, se, cioè, è praticato come libera scelta della volontà individuale, allora può diventare inaccettabile.
Oggi succede, e non è una questione secondaria, che molte persone considerino l'aborto un diritto, una possibilità in più nel caso in cui ci sia un inconveniente, e non un "male necessario". Non può essere così.
Se un figlio ha qualche malformazione o qualche difetto, decidere di abortirlo solo per questo motivo (senza, cioè, un pericolo per la madre) significa semplicemente che non ci si ritiene in grado di sopportare un figlio in difficoltà, o non lo si vuole avere intorno. Non è un buon motivo per negargli la vita. E non è vero che lo si fa "per lui", perchè lui non ha altre possibilità se non quella di vivere, qualsiasi tipo di vita dovrà poi affrontare. Pensare che per un figlio sia meglio "non nascere" e pensare che sia davvero nel suo interesse, come se non-nascendo potesse ottenere qualcosa di meglio, è irrazionale e ipocrita.
Non lo si vuole? Bene, allora non lo si consideri una proprietà: lo si faccia nascere e lo si lasci vivere la sua vita, per breve che possa essere e con tutte le sue difficoltà, magari dandolo in adozione, liberandosene presto, ma non negandogli la possibilità di vivere.
Se si elimina un figlio solo perchè difettoso, allora il rischio di scivolare verso la deriva della selezione eugenetica diventa reale, viste anche le possibilità attuali e future della tecnica (e non della scienza, per non confonderci).
Il terzo punto riguarda la posizione della Chiesa e le dichiarazioni di Ruini.
Ruini ha detto che la Chiesa considera intrinsecamente ingiusta una legge che permetta l'aborto, perchè la Chiesa considera ingiusto l'aborto. Mi sembra ovvio e inevitabile che la Chiesa la pensi così.
Detto questo, Ruini ha aggiunto che non è la Chiesa a decidere delle leggi di uno stato, ma il parlamento. E il parlamento italiano ha deciso democraticamente di darsi una legge. La Chiesa non ha nulla da discutere su questo e lo accetta, ma continua a mantenere il suo punto di principio.
Non c'è nulla di sbagliato nell'avere una posizione precisa e irriducibile, quando poi si accettino le regole della vita democratica. Se c'è una legge, è obbligatorio rispettarla, ma non è obbligatorio essere d'accordo con essa e considerarla sommamente giusta. Gli stati in cui non è possibile esprimere dissenso sulle leggi sono gli stati integralisti e dittatoriali.
Da ultimo, io penso questo: la legge è necessaria, ma deve disciplinare la questione dell'aborto e non solo permetterlo.