Finalmente risponde qualcuno esponendo qualche concetto che va aldilà dei soliti luoghi comuni:
sul primo punto ti faccio notare che globalizzazione o meno è sempre esistito, ancor prima dell'epoca coloniale, un divario economico e sociale fra nazioni più ricche e paesi del terzo mondo o in via di sviluppo.
Tu dici che queste differenze si sono accentuate per via del mercato globale io sotengo invece che in un modo o nell'altro tutto questo fa parte di un processo storico molto più complesso dove casomai solo in questi ultimi 40 anni si è tentato di aiutare (molte volte non riuscendo) attraverso prestiti e accogliendo nel bene o nel male movimenti enormi di popolazioni dal sud al nord del pianeta.
Combattere una battaglia tutta utopistica sull'uguaglianza economica dei popoli ha davvero poco senso ti ripeto, meglio puntare su cose concrete e fattibili come tentare di chiedere l'abolizione del debito per queste nazioni.
Sulla delocalizzazione all'estero della manodopera invece il discorso è un filo più complicato e in effetti anche fra i vari economisti ci sono teorie diametralmente opposte.
Invece di fare troppi discorsi fuffa su quello che si potrebbe-dovrebbe fare ti riporto la mia esperienza diretta che alcune volte rispecchia di più la realtà di quello che puoi leggere sui libri o per sentito dire.
Quando nel lontano 1994 sono stato in Cina per l'avviamento di un nuovo stabilimento,un ingegnere cinese direttore tecnico di reparto prendeva circa 20$ al mese.
Oggi la stessa figura professionale ne guadagna fra i 200-300 e lo stesso aumento,in proporzione,è andato anche verso il basso: impiegati e operai.
Ok certo, tutele e diritti lavorativi ancor oggi non ne esistono ma se pensiamo alla "nostra" rivoluzione industriale non credo che andare in fabbrica alla fine dell'800 fosse una gita in campagna.
Le multinazionali ci speculano e in parte è vero chiudendo alcune sedi produttive in Europa,fatto sta che alle nuove generazioni il lavoro in fabbrica non piace: tutti in casa dei genitori fino a 26-28 anni,tutti laureati con poca preparazione sul campo in attesa di un posto comodo,vicino a casa,dove fare 7-8 ore al giorno e filare senza tante preoccupazioni.
Ben venga allora lo spostamento produttivo in nazioni più povere dove pian piano la popolazione cresce il suo tenore di vita iniziando gradualmente a battersi per avere più diritti sociali,mantenendo invece in Europa la parte tecnico-progettuale e la gestione dei servizi.
Questo naturalmente in linea di massima senza voler generalizzare,cosa molto facile quando si intraprendono questi discorsi su un forum dove è molto più semplice scrivere: "Sei un coglione" che stare a scrivere pappardelle di roba che nessuno leggerà mai.