Ehm direi che sei un po' fuori strada, i romani nella loro espansione seguirono delle 'direttive' ben precise, e libero di crederci o meno nella politica interna se così la vogliamo chiamare non c'è mai stata alcuna applicazioni del dividi et impera. L'espansione romana era un assimilazione continua, per farti capire il pantheon romano si estense mano mano a tutte le divinità delle popolazione conquistate, ma insomma salvo un breve periodo Roma portò avanti un continuo progetto di integrazione. L'impero romano fu un capolavoro a livello non solo politico ma anche sociale e se è rimasto in piedi per secoli il tutto è dovuto proprio alla solidità su cui si basava l'impero, non una semplice aggregazione politica ma qualcosa di più, tanto che ci furono imperatori spagnoli, africani e anche arabi ( pensa che il millenario di Roma lo celebrò appunto un imperatore arabo ), non si può ridurre tutto ad un dividi et impera. Tant'è che a Roma anche nel periodo di debolezza non ci furono mai ribellioni di popolazioni ( salvo rare eccezioni ) ma sempre di generali per loro interessi personali.
La politica estera di Roma non era fare la guerra ai barbari, non so se hai presente i confini romani ma per fare quello che dici sarebbe servito un esercito immenso, ed è qui che nasce il dividi et impera, invece di combattere i barbari i romani facevano in modo di metterli l'uno contro l'altro in modo da tenere sotto controllo i confini con il minimo sforzo necessario.
Riguardo al Rubicone ti faccio notare che quel confine risale a prima di Cristo, e non era tradizionale, semplicemente era il limite al riconoscimento della cittadinanza romana che Giulio Cesare estese anche alla Gallia Cisalpina ( la Padania se così la vogliamo chiamare ).
Poi guarda potrei continuare però capirai che sintetizzare diversi libri di storia su un forum non è particolarmente agevole
Bada che io non ho parlato di identità italica ma solo di identità romana o latina che dir si voglia, che per lungo tempo riguardò solo l'Italia e poi piano piano di estese a tutte le provincie dell'impero. Detto questo il discorso non è facile ne te lo posso sintetizzare agevolmente comunque devi capire che per il cittadino imperiale le invasioni dei barbari non cambiarono quasi nulla, pensa che rimasero anche le istituzioni romane parallele a quelle barbare, ogni popolazione seguiva il suo diritto e così via, questo per farti capire la forza di quell'identià che si era creata nell'Impero.L'identita' "italica" c'era cosi' poco che un numero non trascurabile di imperatori erano nati fuori dalla penisola.. che il palazzo piu' famoso associato a Diocleziano, per esempio, e' in Dalmazia.
I Romani erano Romani, non latini. E se da una parte sono d'accordo con te quando dici che parlare di identita' nazionale per quel periodo sia antistorico, mi sembra che la visione corretta sia quella che offre popoli diversi raggruppati sotto Roma, e poi sparpagliatisi per le loro spontanee differenze, piuttosto che quella che vede un popolo unito spezzettato dalle invasioni straniere come voleva Jarsil. Anche perche' le invasioni "straniere" (termine che uso sub-judice e con cui non sono d'accordo) potranno spiegare lo stato delle due sicilie, il regno di sardegna.. ma come spiega le 10 e piu' citta' stato che fiorirono in Toscana e in Emilia? come spiega le 4 repubbliche marinare, i comuni in lotta con il Barbarossa?
Ti chiedo, onestamente, in base a cosa lo affermi? Dove si parla di Italia nella storia fra la caduta dell'impero occidentale e il XIX secolo, o dove ci sia una manifestazione piu' o meno popolare di tale identita'...
Non ti immagini quante siano ancora oggi i residui di quell'identià che ci portiamo dietro, quindi insomma dire che con le invasioni mille anni di Roma e cultura romana scomparirono nel nulla è una cosa quanto mai errata. Poi certo col passare del tempo e con la distanza ( fattore non trascurabile all'epoca ) si crearano differenze, ma d'altronde è una cosa normalissima in un mondo in cui per ragioni esterne le comunicazioni crollano si vengono a creare tante piccole realtà chiuse rispetto al mondo esterno.
Eh vedi è proprio il presupposto da cui parti che è sbagliato perché durante l'impero tutti erano cittadini romani, la differenze ovviamente c'erano, ma in fondo non ci sono differenze tra un marsigliese e un pargino ( tanto per citare un Paese con una forte identità nazionale ). Per questo era assolutamente normale avere un imperatore spagnolo o di chissà quale posto, la realtà che dipingi è esistita in effetti ma nella prima Roma.Beh.. Romani e' la parola giusta, ed e' una bella differenza rispetto a parlare di Italiani. Ti ripeto, per quel che ne so, per un Romano di Roma, un Mediolanumense o un Londiniumense erano stranieri alla stessa maniera. Entrambi parlavano la propria lingua E il latino.. entrambi pagavano le tasse per la gloria de Roma
La realtà poi chiaramente è più complessa perché una diversità di fondo esisteva in effetti tra Oriente e Occidente ma diciamo all'intero delle zone la situazione era piuttosto omogenea.
p.s.
Comunque mi sa che non ci siamo capiti, io non sostengo l'esistenza di un'identià italiana prima del risorgimento, semplicemente dico che per lungo tempo in Italia ci fu un'identità unica che ha lasciato la sua impronta visibile ancora oggi e che spiega come mai pur tra le tante diversità esistono comunque degli aspetti comuni.