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Me lo aspettavo, il problema è che non è un concetto spiegabile semplicemente, la semplicità è per chi fa semplici calcoli su queste cose, mi sono riferito alla vita morta dopo una certa ora e sono stato travisato come il "peter pan" che a 40 anni va a farsi i giretti da beone mentre dovrebbe avere responsabilità e pensare al meglio per la sua famiglia. Però la qualità della vita non deve essere un canone ottimale per un 50 enne che lavora in una grande azienda e vive una vita del tutto tranquilla e monotona ben servito da una urbanizzazione oculata e spruzzata con un po' di sport, il tizio che si fa il viaggio ad invidiare le spiagge dei caraibi nel villaggio vacanza, perchè il fuori fa pericolo, sia mai che i negri con quelle mani sudicie mi tocchino.
Ora il concetto è estremizzato, ma l'idea parte da un punto non dissimile con la descrizione sopra, il posto ideale come concetto astratto in assoluto non può esistere e se toccassi anche il solo principio filosofico su cui si basa questo assioma ci sarebbe da discutere per anni, ma limitiamoci ad accaccantonarlo per un attimo. Partiamo dal post erasmus per non essere egoisti e pensare semplicemente che neoventenne lavoratore ha altre necessità, come le ha diverse anche il 65enne lavoratore ed ecco che se ampliamo lo spettro non solo Zurigo non ha senso ma risulta anche estremamente pallosa nonchè altamente ordinaria, spostando le necessità ecco che la Miami presa a caso è eoni più vivibile attutendo differenze sociali/razziali/di età etc ottima per il riccone fino a scendere all'ultimo spaccino.
LA VERITA' E' LA FUORI! MA ANCHE NO...
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infatti sono d'accordo ed oltretutto e' molto soggettivo.
per banalità il mio posto ideale dove vivere non potrebbe mai essere un luogo eccessivamente freddo o piovoso e troppo lontano dal mare, per me farsi un bagno in estate non e' partire in vacanza ma ritagliarsi mezzora anche prima di pranzo o alle 7 del pomeriggio.
Poi uno puo anche trasferirsi per "necessità" ma allora ci allontaniamo dal concetto di posto ideale.
altra circostanza e parlando esclusivamente per me non sarebbe mai il mio posto ideale uno dove dopo le 22 c'e' il coprifuoco che non vuol dire andare a figa da 40 enne per quanto cosa c'e' di male? possibilmente ti diverti molto di piu di quando ne avevi 20 per piu di una dozzina di motivi. la vita inoltre non va su binari e fermate fisse e necessarie ma ognuno ha le sue esperienze e voglie io a mettere su famiglia ci pensavo a 25 anni poi mi e' passata, forse ora ci sto riniziando a pensare ma trovo estremamente piacevole uscire, anche durante la settimana, con un paio di amici storici qualcuno con famiglia qualcuno separato altri single per scelta, bere uno o piu' bicchieri di rum sparare 4 cagate in locali pieni di gente, conoscere persone, senza un "coprifuoco" ne esterno cioè l'assenza di vita sociale del luogo, ne interno che non sia il rispetto che devo (voglio dare) alla mia compagna. Che tra l'altro "uscire per locali" non vuol dire necessariamente non essere responsabile o avere la sindrome di peter pan.
per molti il concetto di posto ideale e' quanto la gente sia socievole, io mi rendo conto che a volte al sud si e' anche troppo ed "ipocritamente" socievoli di contro i posti dove esiste solo un "buongiorno e buonasera" detto a denti stretti solo perche e' buona norma personalmente mi fanno cagare meglio allora vivere in una baita di montagna o in aperta campagna.
ognuno ha le sue esperienze, poi, per posti dove senti una migliore affinità personale. per fare un esempio in Danimarca, dove si definiscono i latini della scandinavia, sono estremamente socievoli laddove da sopra la toscana fino alla Danimarca, appunto, lo sono incommensurabilmente meno, poi personalmente ed avendoci vissuto 6 mesi trovo la germania incagabile, proprio per questo aspetto: tendenzialmente poco socievoli ma sopratutto troppo poco "furbi" nell'accezione di sapere vivere ovviamente parlo in generale leggete con elasticità anche io sono stato a Berlino eh e ti diverti come a barcelona solo che gli spagnoli hanno un approccio alla vita e ci "sanno fare" moolto di piu'. Per alcuni aspetti e non tutti la danimarca sarebbe un buon posto socialmente dove vivere molto meno come clima per quanto mi riguarda.
Poi ripeto un discorso e' parlare di ideali, differenti e mutevoli per ogni persona, ad esempio per qualcuno può anche essere ideale il concetto di quanto guadagna e tralasciare quanto sacrifica per farlo, sono scelte, ed altro conto e' la "necessità"
Fermo restando che il posto ideale per la stessa persona può anche cambiare in base al periodo che si sta passando.
Last edited by McLove.; 8th March 2017 at 19:40.
Non ho mai rivolto a Dio altro che una preghiera, molto breve: "Dio, rendi ridicoli i miei nemici". E Dio l'ha esaudita. -Voltaire-
a me pare che il tuo discorso sia molto caricaturale. Sostanzialmente dici che le città secondo te "tristi" sono piene di borghesi repressi, mentre quelle secondo te "interessanti", di gente cool. Poi vai nei resort che citi, o in posti meno costosi ma ben più ameni, tipo Riccione, e sono pieni di italiani che vengono da città sulla carta interessantisssssime.
Il concetto comunque è spiegabile semplicemente. Al netto degli imperativi personali, cioè i vari "non vivrei senza: il mare / la montagna / la mamma vicina / il mio amico pippo / stocazzo", ci sono posti che ti danno meno pensieri e più libertà. Meno pensieri perché offrono ottime opportunità lavorative e servizi e quindi minimizzi lo stress, più libertà perché hai tempo e soldi di fare quel cazzo che vuoi senza doverti di fatto omologare allo stile della città per non rugarti le palle. Cioè se sei a perugia o bologna e ti fa cagare uscire a bere le birre in piazza, eh sorry, cazzi tua, ti romperai i coglioni per sempre. Quello hai da fare e quello devi fare.
Cosa poi voglia dire città ordinaria non lo so. Moltissime città medie italiane universitarie, che spesso vengono citate come esempio di posti interessanti e bilanciati dove vivere, a me paiono ESTREMAMENTE ordinarie. Sicuramente più ordinaria di una Zurigo che ha un ambiente molto internazionale e giovane (3 università più sedi di multinazionali tipo google - che poi ci siete stati a Letten d'estate?).
Poi tutto è soggettivo. Ma non fate l'errore, che spesso viene fatto, di pensare che chi va via lo fa per i soldi e piange casa. Questo succede più negli articoli di Repubblica sugli immigrati a Londra che nella realtà. Io se avessi voluto non complicarmi la vita e star tranquillo me ne sarei rimasto in Italia. Casa di proprietà, un lavoro da 2000 euro al mese, mia moglie un 1000 al mese li prendeva, e bona. Zero preoccupazioni. Ma mi stava sul cazzo fare il paraculato come fan, poi, tutti Oltre poi a dovermi subire i risultati elettorali che mi avrebbero fatto mangiare il fegato
Last edited by Hador; 8th March 2017 at 20:36.
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Ed è infatti questo il concetto che sotto volevo esprimere, il basarsi su una statistica di numeri rende Zurigo il miglior posto abitabile se dalla vita vuoi solo determinate condizioni, ma i fattori di una vita non sono solo il lavoro ben retribuito e i servizi che funzionano, possono esserne aspetti ma non discriminanti per definire la miglior vita possibile sul piano fisico-materiale, figuriamoci il resto.
Personalmente non ho mai trovato un posto realmente ideale sia perchè le necessità col tempo cambiano, sia perchè l'aderenza perfetta non esiste o è solo per poco, diversa anche nelle priorità che si cercano in una vita ideale dove non sempre il lavoro perfetto fa da padrone.
Come Mc non vedo scandali farmi le 2 di notte a 43 anni con 5-6 amici a berci un bicchierino o più, parlando del più e del meno, senza necessariamente andare a troie o a rompere il cazzo a qualsiasi vulvamunita scappi dalla sede Erasmus di zona.
@Zi: Ho buttato la Miami, poteva entrarci tanti altri posti era solo un esempio, poi sarà che a me il caldo anche allucinante non da fastidio ma a settembre ci sono stato da dio climaticamente parlando.
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In realta' tanti italiani a Londra tornano indietro.
Il problema di Londra e' che non e' un andare in Inghilterra, chi viene a Londra vuole Londra, punto. Non e' come quello che va in Germania e fotte un cazzo se finisce qui piuttosto che li. Quindi hai mandrie di gente che vengono a Londra come falene umane, attirati dalle luci di Piccadilly o gli show di Soho, poi finiscono a fare una vita di merda dove l'unico amico costante e' il primo pirla di turno che conoscono o quello che si sono portati da casa, perche' da soli non partono, e tornano a casa dopo un po' perche' gli mancano la macchina e le lasagne di mamma.
Qui conosco tanta gente che e' rimasta, ma ho conosciuto anche una vagonata di gente che e' tornata indietro, per dire, quanti di quelli qui sopra che son venuti qui ci abitano ancora?
Londra alla fine e' una citta di merda.
Esprimi pari pari lo stesso concetto, ovvero analizzi la cosa dal tuo punto di vista e già questo rende il ragionamento diverso, laddove tu necessiti una città che non ti stressi io ho bisogno "spesso" invece di stimoli contrari, avere una città che mi stressi per dargli un senso diverso fuori dal lavoro, che mi dia possibilità di ingegnarmi e mi apra situazioni diverse dal calcolato.
Un ragionamento che non ha assoluti generali ma ha personalissimi punti di vista, per la provocazione iniziale se noti quanto ho scritto "Ora il concetto è estremizzato" è volutamente "caricaturale" la prima considerazione, perchè che c'è già una provocazione implicita estremizzandone la descrizione, è un espediente che si usa per stimolare il dibattito e ottenere una risposta a tono senza puntare il dito su nessuno ed è quello che ho ottenuto, dove si butta la risposta alla provocazione e si prende la seconda parte del tuo ragionamento chè è invece funzionale alla mia teoria che un posto perfetto non può essere definito a statistica.
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