ROMA - Nella corsa per le primarie Pd del 30 aprile, tutti gli istituti di ricerca danno Renzi per vincente nei sondaggi, ma con differenze di oltre venti punti. I valori oscillano infatti dal 75% a poco più del 50% con il rischio che, considerando la percentuale di indecisi, la scelta finale passi all'assemblea nazionale dove la riconferma dell'ex segretario non sarebbe più così scontata.
Ancora più ampia la forbice tra gli sfidanti di Renzi, ossia il ministro Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano: il Guardasigilli si piazza quasi sempre al secondo posto, ma con percentuali che variano dal 19 al 31%. Mentre il governatore pugliese è sempre all'ultimo posto e passa dal 6 al 21%, con un valore intermedio del 18,8% nell'unico sondaggio in cui arriva secondo, quello commissionato dal comitato di Renzi a Fabrizio Masìa.
Insomma, i conti non tornano e il dubbio sull'effettiva attendibilità delle rilevazioni è legittimo. Supponendo (ottimisticamente) una platea di elettori di circa 2 milioni di persone, la partita può essere considerata ancora aperta. Il dato dei votanti, tuttavia, è in calo rispetto ai 2 milioni e 800 mila elettori delle primarie del 2013 (che incoronarono leader Renzi) e degli oltre 3 milioni della tornata del 2009 (che consegnò il partito a Pier Luigi Bersani). Sul tema Emiliano, dato per sconfitto da tutti i sondaggisti, si è mostrato particolarmente fiducioso: "Potrebbe verificarsi un meccanismo simile a quello del 4 dicembre - ha commentato di recente - se vanno a votare solo le persone oggetto di sondaggio non ho possibilità. Ma se vanno in 2,5-3 milioni sono convinto di vincere".
Vediamoli allora nel dettaglio questi sondaggi. Quello realizzato da Index Research per il programma Piazza Pulita, vede Renzi primo al 55%, Orlando secondo al 24% ed Emiliano terzo con il 21%. Più largo di manica verso l'ex segretario lo studio di Winpoll per Huffington Post: Renzi conquista il gradino più alto del podio con il 62%, a Orlando l'argento con il 20% e a Emiliano il bronzo con il 18%. La ricerca di Bidimedia attribuisce a Renzi il 61%, a Orlando il 27% e a Emiliano il 12%. Ipsos per il Corriere della Sera invece rileva come il 53% del totale degli elettori potenziali sceglierebbe Renzi, a seguire il ministro della Giustizia con il 25% e il governatore della Puglia con l'8%. Ma la percentuale di indecisione è rilevante (14%) e potrebbe influire sull'esito finale: se Renzi non dovesse superare il 50% dei voti, come detto, l'elezione del segretario spetterebbe all'assemblea nazionale dove, tra alleanze e trattative, verrebbero a rimescolarsi le carte.
Uno scenario simile è quello prefigurato da Tecnè per Porta a Porta (Renzi al 52%, Orlando al 31% e Emiliano 17%), con una percentuale di incerti inferiore (9%). Il sondaggio di Ixè per Agorà attribuisce all'ex segretario il 54%, al Guardasigilli il 20% e a Emiliano il 13%. Valori che si discostano di poco da quelli dell'analisi di Euromedia Research ancora per Porta a Porta: Renzi 56,2%, Orlando 24,7% ed Emiliano 19,1%. Decisamente più generoso il sondaggio dell'Istituto Piepoli per La Stampa, con Renzi che conquista il 75%, Orlando il 19% ed Emiliano un misero 6%. In un solo caso, come accennato, il presidente della Puglia conquista il secondo posto: si tratta dello studio riservato commissionato da Renzi all'istituto di ricerche Emg di Fabrizio Masìa, che su un'affluenza stimata di 2 milioni di persone incorona l'ex segretario al 68,5%, Emiliano al secondo posto con il 18,8% e Orlando terzo al 12,7%.