NN saoevo dove metterla scusate
Notti inquiete.
Ancora una volta all`orizzonte si perde
La stella che da millenni su noi splende
Ma la notte non porta a me consiglio
Bensì ricordi, dubbi e scompiglio
L`argenteo astro rivela nel mio viso
Inquietudine ed uno strano sorriso
Nelle mie orecchie riecheggia un suono
Risa cristalline dal femminil tono
La mente si schiude, occhi si aprono
Su lenzuola le mani si chiudono
Il mio viso si volta ed ora ella appare
Splendido sole su di tempesta mare
Tempesta eguale dentro al cor mio
Lampada accendo ma resto nell`oblio
Unica luce nella stanza e dentro me
è la donna che ride senza perchè
La causa del riso la scopro in breve
Candido, ma non puro come la neve
Il braccio si alza la mano trema
Il sangue veloce scorre in vena
Le mie dita tentan di sfiorare il corpo
Di colei cui lontananza ho il morbo
Quando esse son prossime a lei
Scompare proferendo "sciocco che sei"
"Ma più potrai il mio corpo toccare
Oramai mi hai persa e più nn disiare
Solo nei tuoi sogni io sarò presente
Coi ricordi che tieni vivi in mente"
"Ma tal ricordi son in te si impressi
Che vien te arduo liberarsi di essi
Fino ad allora sarò te vicina
Dal tramonto, la notte, fin mattina"
"Per Amori mai nati, passioni mai spent
Questo dunque agli uomini attende
Notti insonni, lunghe notti inquiete
La mente invano con il cuore compete"
"Una domanda come tarlo mi rode
Ora, fantasma, ti chiedo che tu l`ode
Quando potrò io liberarmi di te"
"A questo, mio caro, risposta non c`è"
Queste furon le sue ultime parole,
si dissolse nell`aria e venne il sole.