Originally Posted by
Jarsil
Più che altro sto campanilismo forzato sta scadendo nei luoghi comuni banali, cazzo c'entra mo' la cucina con il problema dell'integrazione veramente non riesco a vederlo.
Facciamo un po' d'ordine nel discorso, vediamo se qualcuno mi segue...
Punto numero 1): I cinesi, africani, i-chiccazzovoletevoi hanno pieno diritto - se regolari - di integrarsi e di godere degli stessi diritti degli italiani, ivi compreso il diritto di aprire attività commerciali lecite
Punto numero 2): qualsivoglia immigrato, pur mantenendo il diritto alle proprie usanze e costumi, è soggetto fintanto che questa non venga cambiata, come ogni altro cittadino, alla legge dello stato in cui si trova - non uso il termine "che lo ospita" perché non ha senso, loro non sono ospiti, sono residenti, alcuni tra i cinesi di milano son lì da piu' tempo di molti neomilanesi, così come a roma ci sono filippini che stan qui da 4 generazioni.
Punto numero 3): Le attività commerciali, indipendentemente da chi le svolge, sono soggette a leggi statali, regolamenti regionali, provinciali e comunali, che vanno rispettati, questo sia che vendi articoli sportivi della Nike sia che vendi prodotti made in china tradizionali.
Fermi restando questi 3 punti, sui quali penso che chiunque si trovi d'accordo, non sono niente di eclatante, si tratta solo di cose comunissime, penso che sta storia sia stata gonfiata ad arte, con le solite, banalissime, generalizzazioni tipiche di gente da soap opera, in un verso o nell'altro (trovo equamente idiota il volerli tutti fuori dai coglioni - atteggiamento leghista diciamo - e il volerli per forza pensare migliori di noi - atteggiamento da estrema sinistra diciamo).
Quella gente ha il pieno diritto di svolgere le proprie attività onestamente, purché ovviamente questo significhi rispettare la legge e i regolamenti. Non puoi stare aperto 24/7 se il regolamento non te lo consente, e il fatto che i tuoi dipendenti non si curano di lavorare h24 non è una scusante, non puoi, quindi a una cert'ora chiudi, punto.
E questa gente ha anche il diritto che sia il gruppo "leghisti" sia il gruppo "sinistra sociale" la finiscano di rompergli i coglioni, da una parte per buttarli fuori, dall'altra per elevarli su un piedistallo su cui non hanno nessuna voglia di salire, non vogliono sentirsi vittime da proteggere, non vogliono sentirsi come "combattenti per la libertà", vogliono solo vivere una vita normale lavorando e campando come tutti gli altri.
Il fatto che non si integrino a livello culturale è irrilevante, è una loro scelta quella di mantenere un ambiente chiuso - e non è ovunque così per inciso,a San Francisco la polizia manda agenti di origine cinese a ChinaTown proprio per non avere problemi di comunicazione con loro e aiutarli a far valere i propri diritti - ma finché rispettano le regole di convivenza normale, quindi leggi e regolamenti, non fanno nulla di male né di fastidioso. Non è che uno deve per forza vederli fare lo struscio a Montenapoleone il sabato per considerarli cittadini di Milano...
Il fatto è che si fa facile a parlare di integrazione, di razzismo, e altri blabla, ma nessuno parla del semplice concetto che basta comportarsi come cittadini per avere diritto di esserlo, nel nostro Paese, e per comportarsi come cittadini basta rispettare le leggi che ci sono, niente di più. L'integrazione è una conseguenza diretta del comportamento corretto.