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In quello che sta diventando una storia al veleno, si incrociano ora accuse più o meno esplicite, cassette audio manipolate, verbali mancanti o non firmati e migliaia di intercettazioni. Una scelta, quella di utilizzarle tutte, fatta in nome della trasparenza dal primo pm Domenico Seccia, quando emersero collusioni fra carabinieri incaricati delle indagini ed esponenti del clan: nelle scrivanie di due marescialli furono trovate cassette originali di intercettazioni ambientali, che avevano registrato un summit mafioso, le cui copie ascoltate in aula erano invece state manipolate e rese inservibili. Ma su tutto, oggi, grava la pesante ombra dei ritardi.
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