io vorrei riassumere il pensiero di Hudlok:
se non e' fisico e non e' metafisico, com e'?
your daily mod
tendo asintoticamente a Chuck Norris
Rispondo per l'ennesima volta:
è fisco, materiale, sociale.
Ma ciò non vuol dire, come dice Hudlok, che sia possibile un riduzionismo, ossia che a questo punto si possa spiegare il enatle con il biologico, il biologico con il chimico, il chimico con il fisico, o meglio ognuno di questi livelli si poggia sul livello precedente, ma non si può esuaireire in esso.
Se così fosse basterebbe al fisica per (o meglio la matematica) per basare la morale e la politica.
E' un idea che aveva un senso nel 800 (positivismo) oggi è stata abbondantemente messa in crisi dalla filosofia della scienza.
Riduzionismo vuol dire, ad esempio ridurre questo dibattito agli impulsi elettrici che consentono la trasmissione dei messaggi e l'espressione del nostro pensiero.
Ora è chiaro ed evidente che il mezzo utilizzato, la rete, da una parte si serve degli impulsi elettrici per gestire un linguaggio binario etc etc etc, e allo stesso tempo è chiaro che il l'esistenza stessa di tale mezzo influenza le posizioni nel dibbatito (detto in altri termini alcune posizioni sono immaginabili sono in una cultura del vilaggio globale come quella attuale), ma tra la fisica (elttricità) che rende possibilela trasmissione del messaggio e la trasmissione stessa ci sono molteplici livelli ognuno di quali ha le sue proprie leggi (l'eltrronica, la programmazione, la sistemistic etc).
Spero di essere stato più chiaro.
Dire che non si può ridurre il pensiero alla sua componente materiale vuol dire questo, non che esista l'anima o la metafisica.
E nel frattempo sono anche nate discipline che studiano non come funziona la macchina umana, ma come funziona l'essere umano nel mondo.
Una cosa è ciò che succede nell'organismo quando un uomo pensa qualcosa; un'altra cosa è la formazione di quel pensiero.
Così, per aggiungere un'altra digressione inutile, c'era persino Alfred Kroeber che sosteneva che la cultura sarebbe una specie di "superpensiero" che rende disponibili certe idee in certe condizioni.
Last edited by ghs; 3rd December 2008 at 14:51.
1) non è riduzione.
2) non ci sono altre componenti che quella materiale
3) la nostra incapacità non può permetterci di negare l'evidente verità
Allargo il concetto 2.
Se le altre componenti che immagini tu sono quelle sociali e piscologiche, di cui sociale prendiamo il significato da te enunciato "interazione tra individui",
allora resta comunque l'unica componente materiale.
Non c'è posto per altre.
Poi se tu vuoi dirmi che ad oggi e magari MAI non si è in grado di studiare la società tramite la fisica è un conto. Ma questo non toglie veridicità a quel che ho detto ri detto.
Cmq ti prego di SMETTERE di dire che si tratta di riduzione.
Beh, no, non sei stato piu' chiaro. Il fatto e' che "sociale" e' solo, come dici tu, un altro livello.
Ma i livelli non sono indipendenti, come lasci supporre. Non e' che l'elettronica ha delle leggi DIVERSE dalla fisica. Semplicemente, semplificando le leggi fisiche, si giunge a quelle elettroniche, perche' nell'ambito dell'elettronica alcuni fenomeni possono essere trascurati.
Hudlok l'ha ripetuto piu' volte: dire che e' tutto naturale non significa RIDURRE. Interpretare una posizione puramente "meccanica" come riduzionistica implica che si voglia "ridurre" un problema sociale a meri impulsi elettrici.
In realtà, portarlo sul livello elettrico non vorrebbe dire ridurlo, ma complicarlo.
Sarebbe molto piu' arduo affrontare le questioni sociali tramite l'elettricità che tramite la sociologia. Non sarebbe affatto riduzione.
Cio' non toglie che una persona che non crede nel metafisico avra' sempre presente il fatto che le scienze umanistiche sono una semplificazione di qualcosa di enormemente piu' complesso che ha luogo a livello naturale.
Sembra che tu voglia sostenere che siccome si programma in VisualC, allora il linguaggio macchina non e' piu' vero, e l'interazione fra programmi, per esempio, non e' comprensibile in un ottica "elettrica".
In realtà, la mia impressione e' che gli uomini siano tanti processi che girano su una macchina comune e interagiscono fra di loro. Andare a spiegare quelle interazioni con l'assembler sarebbe assurdo, inutile, e complicatissimo, ma non sbagliato nel principio.
Tutto questo per tornare al mio precedente argomento: vi fa strappare i capelli o non dormire la notte sapere che l'esistenza degli omosessuali ha un ruolo dal punto di vista evoluzionistico? Vi importa veramente cosi' tanto?
your daily mod
tendo asintoticamente a Chuck Norris
your daily mod
tendo asintoticamente a Chuck Norris
La riduzone, ovverosia il peccato originale di questa discussione, sta nell'affermazione iniziale di Hudlok che la giustiìezza o meno (quindi un giudizio morale) dell'omossessualità sia colegata alla a una supposta legge di natura, che si delinea a partire dall'esigenza di garantire la sopravvivenza della specie.
Questo è riduzionismo...
Vicevrsa a me della naturalezza o meno dell'omessualità, non me ne può calere di meno, perchè per me, applicato all'umano, l'idea di contronatura fa ridere, o meglio non fa ridere, fa piangere perché è usualmente la giustificazione di base per le persecuzioni.
Bada bene quando io dico che un livello non si può ridurre al livello precedente, e questo credo di averlo espresso più volte dicendo che il bilogico costrusice le condizioni in cui opera il culturale offrendo quindi potenzialità e limiti, non postulo un'indipendenza, anzi al contrario, postulo un grande interdipendenza, ma la interdipendenza non è identità, per cui di fatto le legi del livello "superiore" sono nei fatti un altra modalità di esporre le elggi del livello "inferiore"..
PS scusa una cosa per Hudlok sula ricerca citata, guarda quella ricerca per me è ininfluente da 2 punti di vista:
1) a me del ruolo dell'omossesualità nell'evoluzione non me ne po fregà di meno, proprio perché a me interessa l'aspetto "culturale" che è quello su cui si costruisce la morale e il diritto
2) con tutto il rispetto da quel trafiletto non possiamo avvere idea del valore sicnetifico della ricerca.
Non ci dice nulla sulla metodologia dello studio per cui per me vale nulla.
Beh sbagli perchè il fatto che in tutte le molteplici culture umane l'omosessualità sia sempre esistita dimostra che non è una questione di cultura.
Da quel trafiletto che ho ben che spiegato in lungo ed in largo si capisce perfetamente lo studio.
Questi 2 brani, in cui fai riferimento all'omosessulaità come contraria alla legge naturale (nella valutazione della chiesa) e in cui poi avalli tale discorso (a mio parere) con un ragionamento sulla sopravvivenza della specie e che rimanda appunto a una supposta legge naturale...