Pera/ "Dobbiamo difendere l'Occidente"
Lunedí 22.08.2005 08:44
L'Occidente oggi è in grave crisi morale perché è la cultura dominante attualmente in Occidente a mettere in pericolo l'Occidente stesso. È l'opinione del presidente del Senato, Marcello Pera, intervenuto all'apertura del meeting di Comunione e liberazione a Rimini. "Fino a quanto si può relegare la religione nel privato, isolarla dalla politica, confinarla nella gabbia della soggettività?".
Sostiene Pera che è il "relativismo, la dottrina per la quale tutte le culture sono uguali, che non si possono comparare e non si possono porre su alcuna scala per giudicare se una è meglio dell'altra", l'elemento più preoccupante in questo momento per l'Occidente. "I relativisti scherzano con il fuoco", ha affermato strappando l'applauso ai circa 4 mila presenti. "C’è ancora chi crede che la democrazia sia la faccia istituzionale del relativismo morale. Questo è un errore pericoloso. Una democrazia relativista è vuota, ci fa perdere identità collettiva e ci priva di qualunque senso obiettivo del bene. Provate a togliere qualche agio a questi intellettuali relativisti, provate ad approvare in modo democratico qualche misura che li riguardi (magari la riforma dell'università) e vedrete che passeranno agli strilli, ai girotondi e magari alla resistenza. Tanti laicisti, liberali, socialisti, comunisti e anche qualche cattolico cosiddetto 'adulto' hanno provato a dare un violento colpo di forbice ai valori: ora si accarezzano la guancia per lo schiaffo ricevuto al referendum".
Secondo Pera l'Europa è il simbolo di questa crisi. "In Europa si evitano di menzionare nella Costituzione le radici giudaico-cristiane, si condanna un politico (Rocco Buttiglione), anche se si dichiara rispettoso della legge pubblica, perché sull'omosessualità afferma i suoi convincimenti morali cristiani. In Europa si perde il senso religioso dei nostri costumi e della nostra tradizione e si impedisce l'esibizione pubblica di simboli di identità religiosa: mi riferisco alla legge francese sul velo e alla sentenza della nostra Corte costituzionale sul crocifisso".
"In Europa - prosegue Pera interrotto continuamente da applausi - rinasce l'antisemitismo e sono più le critiche allo Stato di Israele che gli atteggiamenti di comprensione; in Europa si approvano leggi che disgregano la famiglia e si mettono con arroganza e protervia al voto popolare i valori della persona e della vita (la legge spagnola sulle coppie omosessuali e il referendum italiano sulla fecondazione assistita)".
"In Europa si diffonde l'idea relativistica che tutte le culture hanno la stessa dignità etica; si pratica il multiculturalismo come diritto di tutte le comunità, e non importa se genera apartheid, risentimenti e terroristi di seconda generazione. In Europa si alzano le bandiere arcobaleno anche quando si è massacrati e si ritirano le truppe dal fronte della guerra contro il terrorismo anche quando il terrorismo fa vittime in casa nostra: il riferimento è alle marce della pace contro l'America e alla decisione spagnola sull'Iraq".
"Penso che il partito unico, premiership, primarie, neocentrismo e simili siano importanti e dovranno essere affrontate", ha detto Pera. "Ma dopo, non prima. Prima dobbiamo definire la nostra identità. Fissare in quale luogo vogliamo vivere, con chi e come". "In Europa la popolazione diminuisce, si apre la porta all'immigrazione incontrollata e si diventa "meticci"". Per Pera è necessaria un’alleanza seria e salda fra laici e credenti "per riaffermare e salvare la nostra identità occidentale, democratica e liberale perché contro di noi è stata dichiarata 'una guerra santa'".
"Dobbiamo difendere l'Occidente", ha aggiunto Pera, "perché le nostre libertà e democrazia non sono questioni locali, ma riguardano l'essenza della natura umana. Dobbiamo accettare la sfida e fare la nostra parte".