
Originally Posted by
ghs
La risposta è più semplice di quanto si pensi. Arrivare alla fede non è irrazionale; la fede stessa non è irrazionale, in fondo. Newton era molto religioso, come Galileo, come Pascal. Einstein era credente. Wittgenstein ha percorso una via tortuosa e si è scoperto cristiano alla fine della sua vita.
Irrazionale è la superstizione, che affligge ogni religione. Ma alla fede, quando la fede sia vera e non un mero costume, si arriva per via empirica.
La gente crede, deve credere, perchè esperisce il limite. La condizione umana è questa: la limitatezza. Ciò che gli uomini non possono darsi, non bastandosi, lo attribuiscono a Dio con un atto di fede. Così è Dio il garante dell'ordine (cosmos), cioè del mondo. Il mondo, in assenza di Dio (e l'assenza di Dio è uno dei temi dominanti del '900), è caotico. L'esistenza delle società, della legge e, in fondo, la possibilità stessa di una convivenza sono fondate sull'ipotesi dell'ordine. Varie culture si sono organizzate in vario modo, ma nessuna ha potuto prescindere da questo e ha dovuto gettare la garanzia del progetto di convivenza al di là dell'uomo.
In particolare, questo è il pensiero di fondo della tradizione occidentale (ovvero la filosofia, ciò che non si è prodotto altrove). Arriva dalla razionalità intesa nel senso greco, cioè lo stesso concetto che genera la scienza.
Più in generale, che Dio esista o non esista, cioè che si possa provare o no l'esistenza di Dio, non ha alcuna importanza; ciò che importa è la necessarietà dell'idea di Dio, cioè del progetto di Dio come luogo della ragione. Il nome che si dà a questa idea fondante non è importante.
Credete davvero che quella di Voltaire ("se Dio non ci fosse, bisognerebbe inventarlo") fosse solo una battuta? Perchè i greci condannavano la "ubris"? Cosa vorrà mai dire il mito biblico di Lucifero/Satana?
La funzione dei miti, in origine, è proprio questa: creare categorie di ordine, organizzare una società.
D'altra parte, ricordo che nelle società primitive e pre-scientifiche non è la religione a tenere il posto della scienza, ma la magia. Perchè la scienza non serve a ordinare il mondo, ma a decifrarlo o, nel caso della tecnica, a trasformarlo. Tutto il dibattito che contrappone fede e scienza è una grossa stupidaggine.
Questo senza parlare di quel coglione vanesio di Bertrand Russel, più occupato a farsi bello nei circoli universitari che a raccontare le cose come stanno.