Sisi è come Moggi che non lo indagheranno perchè si è dimesso![]()
Sisi è come Moggi che non lo indagheranno perchè si è dimesso![]()
Cmq stasera a Ballarò c'è Moggi
frega 0 se la mia squadra ha gli scarpari in campo ma ha il bilancio in pari onestamente, io pago l'abbonamento per vedere una bella squadra giocare a calcio, non per fappare sul bilancio in pari.
In mancanza di regole è così è inutile girarci intorno, chi lo fa è solo perchè non vince un cazzo e deve attaccarsi a qualcosa..![]()
Tenete spenti i cellulari allora asd
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"Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)
mi Triagonizzo un attimo:
Marco Travaglio per l’Unità
Non è elegante dire: noi l’avevamo detto. Ma è così. La Procura federale che sosterrà l’accusa al processo sportivo su Calciopoli, e che è rimasta la stessa dell’Ancien Regime gallian-moggiano, ha depositato i deferimenti: 109 pagine firmate dal procuratore Stefano Palazzi che potrebbero intitolarsi «Abbiamo scherzato». O «Tarallucci e vino». Questi pm sportivi, mirabili incroci genetici fra il Gattopardo e don Abbondio, hanno spezzettato il lavoro di Francesco Saverio Borrelli, destrutturandolo in mille episodietti singoli avulsi dal contesto.
Cioè dal «sistema» così ben descritto a suon di prove dall’ex procuratore di Milano. E si accingono salvo improbabilissime sorprese a comportarsi di conseguenza con morbide richieste di pena alla Caf. Che è stata bonificata in extremis sotto la guida di Cesare Ruperto, ma ha le mani legate: diversamente dai tribunali, non potrà infliggere sanzioni più pesanti di quelle sollecitate dalla Procura. Il collo di bottiglia del processo sportivo è proprio la Procura Federale, un Jurassic Park neppure sfiorato dal repulisti pallonaro.
Borrelli vede come chiunque abbia letto le intercettazioni «un illecito strutturato», un «accordo associativo», una «struttura consistente e pervasiva che ha dimostrato capacità di incidenza sull’intero sistema calcio, occupando tutti gli spazi» e che si è consolidata almeno dal 1999, essendo impensabile che si sia «materializzata d’incanto in un solo campionato». Una galassia perversa che ruotava intorno a due soli: il «sistema Juventus», più forte sul campo grazie al vassallaggio di designatori e arbitri, e il «sistema Milan», più forte sul piano politico-imprenditoriale, grazie al premier-padrone, al vicepresidente Galliani presidente di Lega, al controllo sulle televisioni e sui diritti, e al ruolo del «responsabile arbitri» rossonero, il ristoratore tuttofare Meani, che chiedeva e otteneva guardalinee à la carte («assistenti graditi come Contini, Copelli, Puglisi, Babini»).
Borrelli rileva che «per il Milan non può parlarsi di organizzazione strutturata come quella juventina», ma questo «non toglie l’emersione di un’influenza diretta ed efficace sui designatori». Galliani sapeva tutto di quel che faceva Meani, anche se «si è “sforzato” di prendere le distanze dal suo collaboratore, riconducendo le sue attività ad iniziative di carattere personale». Quella disegnata da Borrelli è un’associazione a delinquere con due cupole, una più grande e l’altra più piccola, ma sempre alleate nelle scelte strategiche, il che spiega il duopolio Milan-Juve contro chiunque tentasse di alzare la testa.
Un reato associativo molto più facile da dimostrare nella giustizia sportiva, dove vige la responsabilità oggettiva delle società, l’onere della prova è invertito (il sospettato deve dimostrare di essere innocente, e non viceversa), e basta tentare di alterare un risultato per commettere l’illecito sportivo (articolo 6) e non solo per violare la lealtà sportiva (articolo 1). Invece che cosa accade? Che Borrelli, con la sua cultura penale, si cala a meraviglia nella filosofia della giustizia sportiva. Mentre la Procura federale indossa i panni impropri di quella penale, cancellando tutte le responsabilità «di sistema», perdendo di vista il contesto e polverizzando le indagini su mille casi individuali.
E nemmeno tutti; dei quattro guardalinee della scuderia Milan ne vengono deferiti solo due; Galliani risponde di sola slealtà (art. 1); e il Milan, per l’illecito, risponde non di responsabilità diretta, ma solo oggettiva. Come se Galliani non sapesse quel che faceva Meani. Come se Meani procacciasse guardalinee «amici» a titolo personale, e non, come scrive Borrelli, «nell’interesse della società». Gli avvocati dei club hanno già l’acquolina in bocca. E’ il delitto perfetto.
Speriamo fino all’ultimo di essere smentiti. Ma le premesse dicono che la Juventus, anziché finire in C, potrebbe fermarsi alla B (temeva e meritava peggio: in B manterrà gli sponsor e il contratto Sky, e potrà pure alleggerire un monte-ingaggi ormai insostenibile).
Il Milan resterà in A, con qualche penalità sul punteggio del campionato passato, e manterrà addirittura la Champions League. Anche Fiorentina e Lazio perderanno qualche punto, la prima passando dalla Champions all’Uefa, la seconda perdendo l’Uefa. Doveva essere il processo al calcio, sarà un processo a qualcuno: per giunta già fuori gioco, come Moggi e Giraudo, Carraro e De Santis. La montagna del più grave scandalo della storia del pallone rischia di partorire un topolino. Un castello di sabbia. E, presto, anche di rabbia.
Un'aggiunta personale, Meani nel 2002 o giù di li percepiva un qualcosa come 2.000 euro, casualmente nel periodo successivo sale a 60.000. Questo forse da solo a poco significato, se lo si collega al fatto che ilpelatoattaccatoallapoltronaconlacolla anche detto Galliani sapeva tutto, non è così irrelevante.
Non lo sapevo, ho letto e appreso poco fa che palazzi procuratore federale Figc e' anche presidente del Tar lazio.
Come dire, l'accusa del primo e secondo grado Processi sportivi e' anche presidente dell'organo a cui i penalizzati ricorrerano successivamente in sede amministrativa.
nn male direi come gestione della giustizia.
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"Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)
Triagon sta buono che con palazzi vi è andata di lusso è l'unico che stranamnete non è stato sostituito sotto lo scandalo moggiopoliOriginally Posted by Triagon
E credi che io preferisca Palazzi? o che la Fiorentina preferisca Palazzi?
Allora mi sa che capisci poco. Basta vedere i deferimenti, non fa nemmeno riferimento alla vessazione come borrelli faceva, e ci mette su stesso piano Juventus pressapoco.
Inoltre il fatto che sia presidente Tar lazio (ovvero Tar che si occupa delle faccende del calcio) non certo rassicura gli indagati.
Andata di lusso un par di coglioni, visto che in quel posto lo hanno messo carraro moggi e galliani.
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"Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)
e invece si pensa se ci mettevan guariniello, tu finivi in C1 e la juve restava in AOriginally Posted by Triagon
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Ultimo capitolo di diverse letture intercettazioni con in fondo pagina link per quelli precedenti, ad opera di salvatore Napolitano
http://www.fiorentina.it/notizia.asp...&IDCategoria=1
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"Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)
Un post di un tifoso viola che ho ritenuto ben fatto e interessante e lo riporto qui
scritto da stefano
La verità è che ci sono tanti soldi da spartirsi e i primi quattro posti, quelli che permettono di andare in champions league, devono essere 'sicuri'. Juve, Milan, Inter, Roma non possono permettersi di arrivare quinti. Tutte le altre devono solo partecipare e raccogliere le briciole. Non c'è bisogno di imprenditori seri come Della Valle, anzi questi sono un pericolo, servono i Cellino, i Zamparini, gli Spinelli, che non hanno nè le risorse nè le capacità per competere ad armi pari con le 4 strisciate (bianconeri, rossoneri, nerazzurri, giallorossi). Non c'è spazio per una Fiorentina, un Napoli, un Torino, un Bologna, un Verona (ma neanche la Lazio): il calcio è diventato una industria troppo renumerativa e si sta creando un oligopolio perverso che mina alla radice la natura di competizione propria dell'evento sportivo. I Della Valle vengono chiaramente invitati a non entrare mai più nell'industria calcio: i guadagni devono essere massimizzati da juve(fiat), milan(mediaset), inter(tim-pirelli), roma(capitalia, ds). Questi gruppi industriali sono la rovina di un paese alla rovina perchè, invece di modernizzarsi e diventare competitivi sui mercati internazionali, preferiscono estrarre tutte le risorse possibili dal mercato interno, creando dei cartelli consociativi nei mercati più renumerativi (televisoni, banche, utilities, ecc.). Importante è anche la localizzazione geografica: milano, roma, torino. Il potere si concentra sempre di più in queste tre grandi città-poli 'imperiali'. Il resto d'Italia non conta più niente. In conclusione, la battaglia di Della Valle è la battaglia di un paese che cerca una strada nuova, moderna, liberale, un paese che cerca di uscire dal Medioevo. In un colpo solo, Della Valle ha mandato all'aria due scalate 'criminogene', mettendosi contro tutti, Berluscon, i DS, il Vaticano, gli industrialotti del Nord, i furbetti romani. Ovvero, il solito Gattopardo, una medusa a quattro teste, un caimano che non è solo berlusconi. Io sto con Della Valle senza se e senza ma, e Domenici no? Perchè?
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"Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)
Si vero Della Valle è l'uomo nuovo, uno di quei virtuosi che nascono una volta ogni cento anni...................![]()
Ok sperare di restare in A ( e ve lo auguro perché se la Juve va in B la Fiorentina non se la merita di certo ), ma Della Valle è uguale e contrario a Berlusconi ecc.
Uguale perché è ugualmente viscido. Contrario, beh hai mai sentito la storia dei due galli in un pollaio, ecco lui non lotta perché vuole bene a te e al calcio o perché vuole fare un favore all'umanità ma solo perché avendo gli stessi interessi degli altri ed essendo le risorse limitate si vuole sostituire ai 'galli' presenti.
Poi se vogliamo credere alle favolette perché ci fa comodo allora io direi di santificarlo anche visto che è tanto pio e buono. Certo poi possiamo anche scordarci che Dieghito nei suoi affari principali in quel sistema 'medioevale', come lo chiama il tipo, fa il signorotto, ma in fondo lui vuole il bene del calcio quindi sono dettagli trascurabili.
Non mi risulta che i suoi affari vedi tod's e la produzine scarpe abbiano subito indagini accuse condanne.
magari sai qualcosa di piu te, allora rendicene conto, facce' sape'
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"Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)
Partiamo da alcune considerazioni, in quel tuo post si critica il sistema 'medioevale' dell'economia del calcio.
Se non lo sai la Confindustria la guidano Della Valle è gli amici suoi, tutte belle persone. Parliamo di gente come gli Agnelli che per la FIAT ha chiesto aiuti allo stato con tranquillità, ma il loro bel patrimonio di centinaia di milioni di euro non lo toccano. Giusto per fare un esempio. Di gente che è ben attenta a mantenere il proprio dominio e che opera quel processo di esclusione che il tuo amico li su ha denunciato nel calcio, niente di illegale magari ma non per questo morale. Non vuol dire per forza essere disonesti ( e se mi permetti i grandi industriali non disonesti ne conti ben pochi ) ma da qui a farlo passare per un santo come fai te e quello li, che ha scritto il post riportato, ne corre. Anche la banca a cui tu affidi i tuoi soldi non fa mica niente di illegale, eppure non so perché ma credo sia ben poca la gente che abbia in alta considerazione le banche, chissà perché.....
Se Della Valle fa proposte, forse ( e dico forse ), prima di dire questo è il salvatore della patria, sarebbe il caso di vedere i suoi effettivi interessi. Tutti quei soldi il caro Diego non li ha fatti facendo la carità o dando e pretendo il giusto.
Poi permettimi di dire credo che il personaggio del post non abbia ben capito la situazione, perchè paragonare la Fiorentina ( risalta in A per grazia divina ) al Napoli che la B se l'è sudata mi sembra quanto meno inopportuno ad un occhio esterno una risulta aiutata dal palazzo l'altra no, sceglie te quale. Idem con patate per il confronto col Torino. Forse qualcuno lo spazio per la Fiorentina l'ha trovato 2-3 anni fa.
Ci tengo a precisare niente contro la Fiorentina come squadra, ma santificare Della Valle mi sembra esagerato perché è uno sciacallo come tanti ne girano a questo mondo.