Un po' come chiedere ad uno che lavora all'università:
Scusa secondo te dovremmo tagliare i fondi alle università?
Inoltre, piccola carrellata per ricordare ai paladini del "andare a votare ai referendum è un dovere morale & civile dei cittadini", cosa hanno detto alcuni dei loro capiclan non troppo tempo fa...
"Il sì è sbagliato, il no inadeguato. È un referendum dannoso e bisogna
renderlo inutile, vanificarlo, sterilizzarlo. È una trappola. Il modo
migliore di affrontare il referendum è quello di ridurre il danno che
può comportare: la strategia passa attraverso la richiesta ai cittadini
di non partecipare al voto. Non è lo strumento referendario, che si
riduce a un secco sì o no a consentire la realizzazione di una soluzione
giusta ed equilibrata su questo tema".
Piero Fassino, 3 maggio 2003, referendum sull'articolo 18
"Il 15 maggio non andrò a votare per il referendum: la mia è una scelta
personale, consapevole e attiva, e pienamente in linea con i diritti
della Costituzione che non a caso individua un quorum. Il referendum è
stato un grave errore, oltre che uno strumento inefficace e discorsivo.
Agli italiani non dico niente, ma so che i cittadini sanno scegliere,
come hanno dimostrato in precedenti consultazioni referendarie. (…)
L'unico strumento efficace è la legge: non esistono alternative o
scorciatoie".
Sergio Cofferati, 12 maggio 2003, referendum sull'articolo 18
"Per quanto riguarda il prossimo referendum sono d'accordo con
Cofferati: penso anch'io che non andare a votare sia l'unica scelta
possibile. Personalmente sarà quello che farò il 15 giugno".
Giovanna Melandri, 12 maggio 2003, referendum sull'articolo 18
"Il referendum è dannoso e deve essere reso inutile, il non partecipare
al voto è una delle possibilità. (…) Il referendum è una cosa
demenziale, che non sta in piedi. Bisogna depotenziarlo: è negativo
perché sia nel caso di vittoria del sì che in quello di vittoria del no
ne deriverebbero direttamente o indirettamente conseguenze non
desiderabili. Nessuno obbliga ad accettare una domanda malposta (…) Il
paese non può cadere in questa trappola del referendum".
Pierluigi Bersani, a nome della segreteria dei Ds, 29 aprile 2003,
referendum sull'articolo 18
"Il non voto al referendum non è l'effetto di un crisi democratica o
della pigrizia dei cittadini accaldati. Gli elettori hanno compiuto una
scelta largamente consapevole".
Pierluigi Bersani, 17 giugno 2003, dopo il referendum sull'articolo 18
"Dire no è fare un regalo e non è una posizione più forte ma più debole.
Non andrò a votare. Io ho votato a favore di un documento che è stato
approvato al direttivo del mio partito. Avendolo condiviso, mi atterrò a
quello che dice quel documento, è ovvio. Ho dichiarato più e più volte
che il mio comportamento sarebbe stato coerente con le decisioni prese
dal mio partito".
Massimo D'Alema, 12 giugno 2003, referendum sull'articolo 18
"La Costituzione per questo tipo di consultazione ha esplicitamente
previsto l'eventualità di un rifiuto della maggioranza dei cittadini,
stabilendo che se non si raggiunge il 50 per cento dei suffragi validi
degli aventi diritto, il voto è nullo… Perché non vincano i sì bisogna
che tutti coloro e non solo una parte che sono ostili a una richiesta
referendaria, o la considerano non meritevole nemmeno del proprio
interesse, siano computabili. Cioè, facciano numero insieme".
Marco Pannella, 12 aprile 1985, referendum sulla scala mobile
"L'embrione non è una cosa, è la radice di un essere umano e va
considerato coerentemente con questa premessa. Sono contrario alle
contrapposizioni ideologiche, ma non tutto quello che si può
tecnicamente fare si può eticamente fare. Per la procreazione assistita,
bovini ed equini sono più garantiti dell'essere umano".
Luciano Violante, 28 febbraio 1997
"Si tratta di riconoscere, anche nell'ambito giuridico, che embrione,
feto, neonato, bambino, ragazzo adolescente, giovane, adulto, anziano
sono diversi nomi con cui si indica una diversa realtà, un identico
soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo".
Gianfranco Fini, 6 giugno 2001, presentando la proposta di legge numero
578: "L'articolo 1 del codice civile è sostituito dal seguente: Ogni
essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento".
"Non ho esitazioni, quando parlo di cura e promozione della vita,
nell'esprimere la mia personale convinzione che sia necessario tutelare
l'embrione da irresponsabili manipolazioni. Esiste un limite nella
manipolazione dell'embrione: nell'embrione c'è un progetto di vita e
anche nella dimensione più elementare di vita c'è un principio di
umanità che va tutelato e difeso".
Massimo D'Alema, 8 novembre 1998