facciamo cherry picking sensato:
http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...?uuid=ADjjikYB
"Soprattutto, il governo ha più possibilità di poter fare il proprio lavoro. Ovvero cercare di realizzare il programma con cui la maggioranza ha vinto le elezioni. Se questa è l’idea di democrazia che la riforma promuove, qual è l’idea che essa contrasta? Quest’ultima è stata esposta con chiarezza da Gustavo Zagrebelsky. Per quest’ultimo, la democrazia dovrebbe essere un regime politico in cui non ci sono vincitori e vinti, in cui le decisioni vengono prese in Parlamento attraverso accordi trasversali e contingenti tra i suoi membri. In questa democrazia, i rappresentanti sono scelti per le loro qualità sociali, non già per le loro posizioni politiche o programmatiche. Ma se così è, allora come può un cittadino stabilire chi è responsabile per le scelte fatte o non fatte? Ed infatti l’opacità del nostro sistema istituzionale ha prodotto una diffusa irresponsabilità politica. Tant’è che nessuno è considerato responsabile per l’enorme debito pubblico che abbiamo accumulato. La democrazia senza (periodici) vincitori e vinti è in realtà un regime oligarchico. È l’assenza di competizione tra distinte forze politiche che produce l’oligarchia, cioè la permanenza prolungata al potere delle stesse persone. Come è avvenuto nella Prima ma anche nella Seconda Repubblica. Le democrazie hanno bisogno di élite, non di oligarchie. Le prime assolvono una funzione necessaria, le seconde costituiscono invece una degenerazione del processo democratico. Solamente la competizione può produrre il ricambio regolare e pacifico delle élite di governo. E senza competizione in politica, è improbabile che possa esserci il ricambio anche nell’economia e nella società.
Mentre lo status quo alimenta un’idea di democrazia basata sulla confusione delle responsabilità, la riforma avanza invece l’idea di una democrazia governata. "