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Il 15 febbraio 2007 al seminario Donna, vita e famiglia, da lei stessa organizzato, la deputata Carfagna afferma che «non c'è nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili» e che «per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare»[9].
Queste affermazioni hanno suscitato lo sdegno, oltre che delle coppie sterili eterosessuali, di molti esponenti della comunità GLBT, tra i quali l'onorevole Vladimir Luxuria che ha proposto un parallelo tra le parole della Carfagna e una legge della Germania nazista «che prevedeva l'internamento degli omosessuali ritenuti socio-sabotatori perché non in grado di riprodursi»[9].
A sua difesa, la Carfagna ha affermato che le sue parole citavano quelle del prof. Francesco D'Agostino (ordinario di filosofia del diritto e membro della Pontificia Accademia per la Vita) (e sti grandissimi cazzi ndn) che aveva definito le unioni omosessuali «costitutivamente sterili»[10]. Ma tale definizione è stata da molti criticata, in quanto, se una discriminante per l'esclusione dall'accesso all'istituzione del matrimonio fosse la definitiva sterilità della coppia, allora dovrebbero essere escluse anche tutte le coppie eterosessuali in cui almeno uno dei due componenti è definitivamente sterile.