Estrema è l'opposto...
La forza della sinistra era avere un partito, che faceva grande il suo leader.
Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta... Nessuno e ti sottolineo nessuno di questi era un leader.
Era il fatto di essere segretari del più grande partito comunista occidentlae a farne dei leader.
Erano degli intellettuali, nella stragrande maggioranza dei casi, che non avevano grandi capacità di trascinamento delle folle. Il loro carisma era completamente legato al fatto di essere segretari del PCI, non ciceversa la forza del PCI era legata al fatto di avere grandi leader. I leader "popolari" del PCI erano altri, Paietta, Ingrao, e più recentemente Bassolino. Gente che nel partito contava, ma non aveva mai la forza per arrivare alla segreteria.
Anche sul discorso della monoliticità dici un'inesattezza. Il partito comunista è sempre stato un aprtito dalle molte anime. Il punto è che poi agiva unito come partito (il cosidetto centralismo democratico) ma anche qui non era mai per impostazione del leader, ma per decisione del comitato centrale, che era un organo collettivo.
In sintesi oggi nel caso di berlusconi si assite a un rovesciamento totale di questa situazione.
Mentre prima (nel PCI) la forza del singolo derivava dal partito, oggi la forza del partito (forza italia/partito del popolo o quel che sarà) deriva unicamente dal suo leader.
Insomma caro estrema hai capito quello che intende wolfo, ma evidentemente tutti e 2 dite una cosa storicamente inesatta....
