Mi pare di rilevare che l'errore che molti commettono dipenda dall'interpretare "listini di negozianti Europei" rapportandoli a quello ufficiale di BER; se confonto va fatto, detto confronto dovrebbe essere effettuato fra listini ufficiali Arai di ogni importatore, non questi rispetto ad offerte di un negoziante. In fin dei conti ogni negoziante è libero di vendere anche sotto costo.
E mi risulta che anche in Italia vi siano nostri clienti avvezzi a scontare...
Come ho già scritto in altro commento, non ho risposto al primo quesito di Matteo, avendo accettato la richiesta di Motonline nel periodo di chiusura di BER. Lo farò dopo l'epifania alla riapertura con dati certi dei vari paesi che vi sottoporrò.
Se invece la sua domanda (di stebi) era riferita a comprendere il "prezzo alto" di Arai, qui ci provo:
Un casco è fatto di ricerca e studi atti ad offrire il superamento degli standard di omologazione (che Arai ritiene uno standard minimo a tutela del consumatore), o d'evoluzione continua per superare questo offrendo assorbimenti d'urto maggiori capaci di salvaguardare maggiormente l'incolumità di chi lo indossa in caso d'incidente, ricerca e sviluppo di materiali, tecnologia per lavorarli, combinarli ed assemblarli anche attraverso macchinari sofisticati o semplicemente l'uso di mano d'opera specializzata, quale delle due è capace di migliorare gli standard del prodotto.
Il materiale utilizzato da Arai CLC o SCLC (Super Complex Laminated Construction, è una formula esclusiva e brevettata di una miscela di resine pregiate e polimeri plastici flessibili messa a punto da Arai; dai loro test, questa garantisce alla calotta una rigidità capace di distribuire l'urto sulla superfice più estesa.
Assorbimenti d'urto maggiori e maggiore resistenza a test di penetrazione (test non richiesto da alcune omologazioni ma a cui Arai assoggetta tutta la propria produzione). Per ottenere questi standard elevati, il CLC o SCLC, consente anche una risuzione del peso della calotta.
Detto materiale è più costoso rispetto al fiberglass tradizionale, kevlar o carbonio generalmente utilizzati.
Così pure il processo di lavorazione, interamente manuale richiede molte ore (non ricordo con esattezza e non ho qui i dati ma a richiesta li fornirò), per ogni calotta.
Senza addentrarmi in altri dettagli complessi c'è una cosa che pochi sanno, anche se ne informiamo i dealers da almeno 25 anni, che incide pesantemente sul prezzo:
le calotte differenziate per le diverse taglie.
Arai a seconda del modello offre fino a sei calotte esterne diverse per le diverse taglie dall XXXS all' XXXL.
Questo significa che a differenza dei costruttori che utilizzano una sola calotta esterna (pochi due, raramente tre ma credo che i modelli d'altri marchi offerti con questa prerogativa siano meno delle dita di una mano al mondo), per le diverse taglie;
per ogni calotta Arai dovrà approntare progetti, stampi e parti diverse che compongono il casco (ad eccezione della visiera e supporti interni ed esterni della stessa) come fosse di fatto un altro modello.
Qualcuno si chiederà: "perchè lo fa allora"?
Ripondo: se voi indossaste scarpe del n° "43", acquistereste un "45" imbottendolo con qualsiasi cosa per farvelo calzare adeguatamente? O al contrario, un "40" facendovelo andare bene egualmente?
Inoltre, avere un casco di dimensioni maggiori in testa, in caso d'incidente questo potrà imprimere forze maggiori in colpi di frusta, che muscolature se non scheletri esili faticheranno maggiormente a gestire.
Con caschi di un'unica calotta per le diverse taglie (prendo l'esempio standard più comune), le diverse taglie sono ricavate diminuendo od aumentando l'imbottitura interna e lo spessore della calotta in polistirolo interna. questo farà si che chi ha una testa piccola, avrà "una calotta grande più pesante e dalla resistenza aerodinamica maggiore non rapportata al peso, e resistenza dei propri muscoli del collo; al contrario, chi ha una testa grande, si vedrà diminuito gli spessori di cui accennavo prima, avrà sulla testa un casco "leggero", ma per certi versi, anche meno protezione dalla fascia assorbi urto ridotta.
C'è di più:
L'omologazione ECE 22-05 in vigore in Italia come in Europa, prevede per caschi ad unica calotta esterna, di testare le taglie M o L come unica soluzione.
Arai, producendo fino a sei calotte diverse, deve invece testare ogni calotta diversa dello stesso modello, come fosse un modello diverso. In pratica, una singola omologazione per ogni calotta diversa dello stesso modello.
In parole spicciole ottenere l'omologazione significa:
testare una protipazione del modello pre serie (sui numeri non ho qui quelli certi, vi prego di prenderli a beneficio d'inventario, dal 13 di gennaio potrò darvi quelli certi), fornendo 12 pezzi all'ente che li distruggerà per accettarne la corrispondenza alle norme richieste.
Se questi superano il test, allora si potrà passare poi a testare la pre-produzione definitiva con altri 12 pz;
Superato anche questo test, realizzato un primo lotto di 1200 pz di produzione definitiva, a campione verranno distrutti altri 7 caschi;
questi sempre per ogni lotto di 1200 a seguire, scelti a caso, dovranno essere sottoposti di nuovo dall'ente preposto alla verifica della rispondenza o superamento delle norme richieste per l'omologazione.
Ora per Arai che arriva sino a sei calotte diverse per singolo modello, questo significa come detto di dovere ottenere 6 diverse omologazioni per ongi calotta diversa dello stesso modello, quindi i caschi distrutti riportati prima, dovranno essere moltiplicati fino a sei volte.
Se qualcuno è risucito ad arrivare senza addormentarsi sino a qui, ricapitolando:
Casco a calotta esterna unica:
ottenimento dell'omologazione, pre e produzione del primo lotto di 1200 caschi:
caschi da fornire all'ente preposto alle verifiche: 31
Per un modello di Arai che arriva fino a sei calotte: 31x6= 186 caschi da distruggere.
Una volta avviata la produzione e per ogni successivo ulteriore lotto di 1200 pz, un casco a calotta unica dovrà sottoporre (distruggere):
7 caschi; nel caso di Arai per il modello che arriva alle sei calotte (ma per quelli a 3,4 o 5 calotte diverse a seconda del modello fate presto a ricavarne le quantità..): 42 caschi.
Ovviamente un casco costoso è prodotto in quantità minori di un casco economico, quindi l'incidenza dei costi per caschi "costosi" per l'ottenimento dell'omologazione dai prototipi, alla pre produzione, e successiva produzione standard, incide in maniera sensible sul costo di ciascuno.
Diversi molte altri fattori contribuiscono ulteriormente. Se a qualcuno interessa sarei ben lieto d'approfondire.
Oltre agli stampi diversi per i principali componenti di un casco per ogni calotta per le diverse taglie,
anche gli stampi per gli accessori identici sulle diverse calotte (prese d'aria per esempio) hanno un costo.
Ovviamente se di questi pezzi ne fossero prodotti 100.000, il costo degli stampi sarebbe ammortizzato su questi pezzi.
Nel caso di Arai nel migliore dei casi per alcuni modelli parliamo di alcune migliaia di pezzi prodotti (non centinaia di migliaia), ed oggi un piccolo stampo non costa meno di 20/40.000 Euro (una presa d'aria della mentoniera è formata da due pezzi minimo..).
Se poi i pezzi da realizzare debbono corrispondere a standar qualitativi elevati (tolleranze minime), a volte la messa a punto dello stampo può più che triplicare i costi.
Magari fra voi al prosposito c'è qualcuno più esperto di me e può correggermi o confermare.
Sommate il tutto e credo abbiate un quadro abbastanza esaustivo.
Credo siano concetti abbastanza comprensibili anche se complessi.
Ogni giorno sappiamo cogliere al volo la differenza tra tanti prodotti, oggetti ecc d'ogni settore e mercato. Sviluppare e produrre un motore a 12 cilindri ad alte prestazioni, gia solo poi per piccole quantità in cui sarà venduto (ma credo anche per ottenere le prestazioni elevate occorra altrettanto), determinerà un prezzo elevato rispetto ad altri più economici e di grande serie non aventi caratteristiche e prestazioni analoghe.
Un abito cucito a mano di sartoria, contro produzioni industriali...
Nel mondo dei caschi invece mi pare di verificare che molti siano invece propensi a pensare che in fin dei conti "i caschi poi sono solo caschi, quindi tutti uguali": non è così.
Penso che qualcuno si chiederà allora come mai solo Arai parli di questi argomenti.
Posso anche dare un aiuto a chi lo desidera: 25 anni fa il coro unanime "degli altri" costruttori di caschi, ribatteva alla filosofia costruttiva di Arai che già allora produceva tre calotte esterne diverse per coprire le diverse taglie, "ch'era una complicazione inutile e che in nessun modo impattava per migliorare la sicurezza". Oggi, date un'occhiata ai cataloghi dei vari produttori di caschi e troverete che per alcuni (rari?) modelli top di gamma di questi, viene enfatizzata la produzione in due calotte, davvero raramente tre, per le diverse taglie. Nel frattempo Arai è arrivata a sei.
Altri dettagli li potete trovare qui:
http://www.berracing.it/new/arai_perche.asp
e in pochi gorni anche qui:
www.perchearai.it
Disponibile ad ogni eventuale altra,
Maurizio Bombarda
BER Racing Italy S.r.l.